Vivo x lei, Borioni: il brutto vizo di cacciare gli allenatori
Questa settimana abbiamo assistito a un buon via vai di allenatori. zenga e iachini sono stati sollevati dal loro incarico. al posto di quest ultimo è arrivato ballardini, al posto di zenga non si sa ancora.
ma xche qua in Italia si licenziano così tanti allenatori? all estero questo non avviene, o avviene in misura molto minore. ve lo siete mai chiesti?
be una prima risposta è che all estero non esistono presidenti-padroni come zamparini, ferrero, preziosi, spinelli e compagnia bella. gente che gestisce le proprie società di calcio come fossero l'azienda agricola di famiglia. cambiano disfano fanno rifanno ricambiano rimettono provano e riprovano. x carità, almeno un aspetto positivo c'è: in un paese dove la disoccupazione è a livelli critici come il nostro abbiamo una categoria di lavoratori che in tal senso qui va a nozze.
una seconda, e più importante, risposta è che qua in Italia siamo totalmente privi di cultura sportiva. Qui potrei scrivere un romanzo, visto anche che la mia mission in questo sito è portare un pò della mia cultura calcistica. Ma non lo scriverò e, anzi, taglierò corto.
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Luca Borioni risponde:
A parte la sua tendenza a esprimere giudizi nettamente tranchant, si può essere d'accordo con TheBlondOne quando afferma che il viavai di allenatori in Italia è dettato da due fattori: primo, all'estero non esistono padri-padroni che gestiscono i club come aziende agricole di famiglia e, secondo, ci manca la solita cultura sportiva e quindi calcistica. È vero, la nostra realtà del calcio - che purtroppo ricalca ciò che avviene in tutti gli altri ambiti - si differenzia da quelle oltre confine per una serie di peculiarità naif difficilmente riscontrabili altrove. Non risulta che tra le squadre inglesi ci siano personaggi atipici se non surreali come Ferrero o lo stesso Zamparini. Tanto che quando i patron italiani tentano l'avventura in Inghilterra, faticano a conquistare rispetto e risultati (vedi ad esempio Cellino al Leeds oppure, di recente, il caso del debuttante Becchetti al Leyton Orient subito trascinato tra mille disavventure in Quarta divisione). Il calcio moderno richiede professionalità meglio definite e quindi anche strutture societarie più organizzate. Il balletto degli allenatori serve a fare colore ma pesa sui bilanci ed evidenzia una confusione di idee che non giova all'immagine. Tutto questo con un'ulteriore annotazione: i tecnici scaricati si guardano bene dal commentare l'accaduto, e anche a distanza di anni stanno al gioco. Questione di ingaggi e contratti che restano attivi. Beati certi allenatori strapagati seppur disoccupati.
In coda al suo articolo TheBlondOne, con un colpo di scena, si allinea alla condotta di certi presidenti e butta giù dalla panchina capolista Mancini (se è esatta l'interpretazione del suo pseudonimo). Si può anche contestare il gioco e la gestione del tecnico interista. Ma da qui a ignorarne i risultati conquistati sul campo e l'attuale primato...
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