Vittoria Cavasin:|'Dedicata a Garrone'
«Adesso posso dire una cosa io?». La prima vittoria di Alberto Cavasin sulla panchina blucerchiata richiede una dedica speciale: «È per il nostro presidente, che nei giorni scorsi ha dovuto subire un intervento serio che fortunatamente si è risolto bene. In questo momento il pensiero mio, dello staff e della squadra va a lui. Diciamo così, in settimana abbiamo ottenuto due successi importanti, uno vale tre punti, l’altro molto di più».
Il tecnico appare finalmente un po’ disteso. Negli attimi successivi al fischio finale ha sciolto molta della tensione accumulata negli ultimi giorni. A Bari serviva solo vincere e questa benedetta vittoria è arrivata. Non bella, non netta, machissenefrega: «Sapevo che sarebbe stata una partita di quelle particolari, che nel calcio ci sono da sempre e ci saranno sempre. Che arrivano quando c’è una squadra che sta attraversando un momento di grande difficoltà e deve giocare assolutamente per vincere. Si verificano così situazioni di tensione, di “dovere”, che finiscono con l’appesantire le gambe e le prestazioni. Così è successo che alcuni giocatori inizialmente hanno subìto la situazione. Insomma, me l’aspettavo proprio così e così è andata. Non è una partita da analizzare più di tanto, perché è stata brutta, da cancellare. Però andava giocata proprio come abbiamo fatto. Un plauso alla squadra».
Quello di Bari potrebbe diventare quel successo che mancava per sbloccare alcuni meccanismi mentali: «Penso di essermi fatto un po’ di esperienza nel calcio per poter dire che con questa vittoria non è finito proprio un bel niente. Anzi, bisogna lavorare ancora di più per guadagnarsi la pagnotta. Non siamo nella condizione di poter dire che batteremo il Brescia a mani basse. Anzi, sarà una sofferenza. Questa di Bari, però, in un certo senso una svolta alla situazione l’ha data. Nel senso che ci consente di farci preparare la prossima gara stando dentro alla situazione. Perché se non avessimo battuto il Bari, forse la gara con il Brescia avrebbe potuto anche essere inutile».
Cesena e Parma hanno vinto: «Sì, sono stati due risultati che hanno esulato dal pronostico. La quota salvezza si alza. Ancora prima di oggi nella mia testa avevo realizzato che avremmo dovuto mettere insieme 10-12 punti. E restano quelli. Dobbiamo arrivare a quota 42, almeno. Significa che dobbiamo battere il Brescia e fare altri 4 punti tra derby e Palermo. E sperare che bastino. Questa è la realtà».
L’espulsione di Poli non ci voleva: «Pesa molto. Lui in campo è stato tra i migliori, il migliore, è andato bene bene sotto diversi punti di vista. Alla fine c'è stato un fallo netto a nostro favore, c'è stato trambusto in panchina, si sono alzati tutti e il quarto uomo ha puntato il primo che passava, cioè lui. Non era successo niente di grave. È stato un fiscalismo eccessivo, non è stata certamente una partita da tenere in pugno in questo modo». Maccarone: «All’inizio ha sofferto, nella ripresa è stato l'elemento che ha retto di più il peso dell'attacco, perché Pozzi era in flessione prima di ritornare fuori nel finale della partita. E comunque abbiamo segnato con Maccarone in campo. Lo riproporrei sì, perché è un giocatore che può anche avere dei momenti non brillanti ma che ha qualità importanti, di quelle che possono diventare risolutive».
La vittoria di Bari ha un sapore speciale anche per l’allenatore Cavasin: la sua ultima vittoria assoluta in serie A risaliva a più di quattro anni fa (Messina-Palermo 2-0, 4 marzo 2007), l’ultima vittoria esterna addirittura al 15 maggio 2005, Bologna-Brescia 1-2. «La fiducia della società la sento dal primo giorno. E quando ed esempio Edoardo Garrone la ribadisce anche alla stampa, significa che io quella fiducia ce l’ho da prima. D’altra parte so anche che il mio lavoro viene valutato dalla società e ritengo che sia stato giudicato con positività pur nella negatività dei risultati. So che nel calcio si dice che più uno viene confermato più rischia, allora io sono sull’orlo del baratro. La famiglia Garrone ha sempre mantenuto la parola e poi finora ha cambiato un solo allenatore nella sua gestione e dopo averci pensato mille volte».
Sull’aereo di ritorno Cavasin ha parlato con Vittorio Garrone, il rappresentante della famiglia presente ieri a Bari, con Asmini, Marino e Palombo. Con la faccia distesa che è portata da tre punti e dalle buone notizie sulla salute del presidente. E se magari non è proprio un’ottima Pasqua, buona almeno sì.