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Vitinha: 'Restare al Genoa mi piacerebbe, ma non dipende solo da me'
"Posso giocare da sette, da nove, da undici, non importa: io mi metto al servizio dei compagni. Devo dire, però, che Gilardino pone grande attenzione a far giocare bene il collettivo. Solo in questo modo può esaltare il lavoro e le caratteristiche dei singoli".
DIFFICOLTA' IN FRANCIA - "Quando sono andato all’Olympique, era la prima volta in cui uscivo dalla mia zona comfort, e pure la prima esperienza all’estero. Non solo: mi sentivo addosso il peso extra determinato dalla mia quotazione e questo ha avuto un peso. C’era molta pressione su di me, oltre a dover imparare una nuova lingua, abituarmi a vivere in un nuovo Paese, con qualche difficoltà familiare. Lo reputo comunque un anno proficuo. Ma a gennaio ho sentito che dovevo andar via e ho pensato che questa fosse la piazza migliore per ritrovare me stesso".
SE VUOLE RESTARE - "Sì, anche se sappiamo tutti che in un discorso del genere entrano in gioco altri fattori al di fuori del mio controllo. Io posso soltanto dire grazie a tutti quelli che sono qui al Genoa: il mister, lo staff, la società, i compagni" (Il Genoa ha il riscatto facoltativo a 25 milioni, ndr).
IN CAMPO COL GENOA - "Ci sono potenzialità inespresse, ma è anche una questione filosofica e di metodo. Tanti club comprano giocatori per avere subito risultati. Al Genoa non è così: la società ti segue, ti aiuta, e ciò aiuta il gruppo a crescere".
OBIETTIVI - "Potrei dirvi segnare sei gol o fare sei assist, ma non avrebbe senso. Se gioco, cercherò di mostrare la miglior versione di me stesso. Se rimarrò fuori, aiuterò i compagni a preparare bene la gara. Hanno fatto tanto per me".