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    Violenze e abusi sui baby calciatori, la condanna di Tavecchio: 'Denunce e radiazioni per gli 'orchi', serve prevenzione'

    Violenze e abusi sui baby calciatori, la condanna di Tavecchio: 'Denunce e radiazioni per gli 'orchi', serve prevenzione'

    Riportamo integralmente l'intervista effettuata da Giulio Mola per QS Il Giorno al presidente della Figc Carlo Tavecchio, nella quale si affronta e condanna il delicato tema delle violenze e degli abusi sui baby calciatori, problematica sempre più in auge, soprattutto in Lombardia, dove solo la scorsa settimana un allenatore 60enne è finito in manette per due abusi sessuali accertati. Solo l'ultimo di molti casi, nei quali gli orchi arrivano addirittura a definirsi "educatori sesuali". Un problema che va affrontato alla luce del sole, per evitare omissioni che potrebbero diventare pericolose. Soldi, giocattoli, ricariche telefoniche, ogni mezzo è buono per gli adescatori. Le società e i genitori devono stare all'erta: i club più importanti si sono attrezzati, nella scelta dell persone che dovranno occuparsi dei piccoli atleti. Ecco le parole di Tavecchio:

    Presidente Tavecchio, i casi di abusi sessuali negli spogliatoi lombardi verso giovani calciatori cominciano a diventare troppi. È preoccupato?

    "Ci troviamo di fronte ad una situazione antipatica e pericolosa, è vero. Però le assicuro che i controlli nelle varie strutture territoriali ci sono. Purtroppo il calcio è l’immagine di un paese, ma questo insopportabile fenomeno sarà stroncato con pene esemplari nei confronti di chiunque sbagli".

    Cosa si sente di dire a quei genitori che hanno appena iscritto o stanno per mandare il proprio figlio ad una scuola calcio?

    "Vorrei assicurarli. Io sono un nonno, ed è giusto che un nipotino o un bambino con la passione per il pallone possa avere l’opportunità di frequentare una scuola calcio. Il consiglio che io posso dare è di affidarsi a quelle federali, e in Lombardia sono tante. Non a quelle improvvisate o poco limpide nella loro struttura".

    E lei come presidente della Federazione cosa può garantire per la sicurezza dei piccoli calciatori?

    "Stiamo monitorando tutte le scuole calcio, soprattutto quelle affiliate che dovranno avere una sorta di bollino blu di fabbrica, sinonimo di garanzia e qualità. In quel modo i genitori e i loro ragazzi potranno essere tranquilli. Bisogna avere fiducia nel grande lavoro che sta facendo in tal senso la Federazione, noi rilasciamo le autorizzazioni ad addestrare e a formare. Ma serve pure cultura sportiva da parte di tutti".

    Forse servirebbero maggiori controlli anche su dirigenti, accompagnatori e allenatori...

    "Vero, ma bisogna fare una distinzione: nel caso dei dirigenti si tratta soprattutto di volontari, a volte sono addirittura gli stessi genitori dei ragazzi che frequentano le scuole calcio. Adesso cominciamo a muoverci diversamente, tramite l’Adise (Associazione Direttori Sportivi, ndr), nel senso che ci saranno corsi territoriali e nel quartier generale di Coverciano. Così potremmo avere un quadro più o meno completo di chi entra negli spogliatoi o accompagna i ragazzi. Gli allenatori, invece, almeno quelli di base, devono presentare un certificato penale che però non è totale garanzia".

    Per molti anni lei è stato presidente della Lega Nazionale Dilettanti. Le sono mai stati riferiti episodi di pedofilia nel pallone?

    "Posso dirle che quando è successo qualcosa ci siamo mossi tempestivamente senza dare troppa pubblicità a certi “mostri“. In quei casi c’è poco da scherzare: radiazione immediata e denuncia penale alla Procura della Repubblica...Stessa severità quando mi sono imbattuto in casi di adescamento nel calcio femminile, si punisce senza pietà".

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