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    Violenza sessuale, Dani Alves deve rimanere in prigione: la motivazione dei giudici

    Violenza sessuale, Dani Alves deve rimanere in prigione: la motivazione dei giudici

    Il terzino brasiliano Dani Alves deve rimanere in prigione. Lo ha stabilito il Tribunale della Catalogna (nord-est) che era stato chiamato a giudicare sul ricorso presentato dal calciatore brasiliano ex-Juve, PSG e soprattutto Barcellona che nel capoluogo spagnolo è accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazza abbordata in una discoteca lo scorso 30 dicembre.

    LE MOTIVAZIONI - Il brasiliano, date le accuse era stato arrestato e tenuto in carcere preventivo, ma su questa decisione dei giudici spagnoli aveva fatto ricorso. Oggi la nota del tribunale ha invece confermato gli arresti in carcere per Dani Alves motivati, principalmente dall'elevato "rischio di fuga".

    NON VA IN BRASILE - "Il tribunale conferma la custodia cautelare e respinge il ricorso presentato dalla difesa. L'elevato rischio di fuga è legato alla pesante pena che potrebbe essergli inflitta in questo caso e ai suoi mezzi finanziari che potrebbero consentirgli di lasciare la Spagna in qualsiasi momento per tornare in Brasile, da dove non potrebbe essere estradato".

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