155 morti dal 1988 ad oggi,
quindi in 24 anni, con una media superiore alle 6 persone
assassinate ogni dodici mesi.
Sono questi, un autentico bollettino di guerra, i numeri
delle vittime della violenza negli stadi' del calcio brasiliano,
pubblicati dal quotidiano sportivo 'Lance'.
Quello che una volta era il calcio-samba o il 'futebol arte'
oggi e' sempre piu' teatro di incidenti e scontri durissimi con
le forze dell'ordine o fra opposte tifoserie, che spesso
finiscono con qualcuno a terra, ferito o ucciso da colpi di arma
da fuoco, di cui si fa un uso sempre piu' frequente. Tutto cio'
produce cifre superiori perfino a quelle del calcio inglese dei
tempi degli 'hooligans'.
La prima vittima e' stato, il 17 ottobre del 1988, il
sostenitore del Palmeiras Cleo Sostenes, all'epoca 23enne, che
apparteneva al gruppo ultra' 'Mancha Verde' e venne ucciso
presumibilmente da tifosi del Corinthians. Da allora e'
cominciata una lunga striscia di sangue che, da Sergipe, Minas
Gerais, Ceara', San Paolo, Rio De Janeiro, Bahia, Paraiba e
Pernambuco, ha coperto tutte le regioni del paese, e continua
fino ai giorni scorsi: soltanto tra domenica 25 marzo e l'1
aprile sono morte tre persone, due sostenitori del Palmeiras,
uccisi a colpi di arma da fuoco da rivali del Corinthians, che
volevano vendicare uno di loro, ucciso e gettato nel fiume
Tiete' l'anno prima, ed uno del Goias, il 23enne Diego Rodrigo
Costa de Jesus, assassinato a colpi di pistola in occasione del
derby della citta' di Goiania contro il Vila Nova.
L'anno in cui la violenza calcistica in Brasile ha prodotto
piu' morti e' stato quello da poco trascorso, il 2011, in cui
ben 31 persone hanno perso la vita in scontri fra teppisti. Sia
nel 2009 che nel 2010 di vittime del pallone ce ne sono state
21. L'escalation non si ferma, visto che in tre mesi del 2012 ci
sono gia' stati 11 morti, intanto il Brasile si appresta ad
ospitare i Mondiali di calcio del 2014.