Da Montolivo a Milinkovic-Savic: il lato oscuro del mercato della Fiorentina
L'arrivo di Berbatov, il rinnovo di Montolivo e Neto, la conferma di Salah, la firma sul contratto di Milinkovic-Savic: tante situazioni paradossali in un contesto inverosimile conclusesi, poi, senza lieto fine.
Berbatov, nell'agosto 2012, l'aereo non lo prese, Milinkovic-Savic sì, e il serbo ha visto persino la sede e lo stadio, prima della rottura.
Le indiscrezioni, i retroscena ed i rumors si sono via via accumulati: un deciso niet da parte della fidanzata, pressioni della dirigenza laziale, fino ad arrivare all'ipotesi di una trama già scritta, con il Genk consapevole di aver 'spinto' il classe '95 a visitare l'ambiente fiorentino, forte dell'accordo tra i due club, nonostante la parola data dal giocatore alla Lazio, in possesso di una migliore offerta economica e di un preliminare di Champions League alle porte. Il Genk, indispettito, attende ora che la Lazio assecondi le richieste (la Fiorentina si era accordata a 6 milioni di euro più il 50% di una futura cessione) e nei prossimi giorni la vicenda si sbroglierà, non senza conseguenze.
Ad ogni modo, ciò che stupisce è però la ripetititività di situazioni inverosimili, ma sopratutto, al di là di ogni ragionevole dubbio, le difficoltà a gestire gli imprevisti. La presa di posizione del direttore sportivo Pradè va apprezzata se seguita da correzioni immediate nella campagna acquisti: le varie missioni di mercato, gestite dai vari Cognini, Rogg, Pradè, Angeloni e Pereira, per il momento non hanno funzionato. I rinnovi di Babacar e Bernardeschi sono i due punti di forza dell'estate calcistica fiorentina, senza dimenticare Mario Suarez, che già con il Benfica ha mostrato le sue doti fisiche, tattiche e tecniche.
I toni farseschi della sitcom 'Milinkovic-Savic', con la Fiorentina che si è accollata un rischio - sopratutto d'immagine - elevatissimo, dovranno lasciare posto ad un cambio di rotta immediato: magari chiudendo per Walace, simile per caratteristiche ma, in virtù di un cartellino diviso tra più proprietari, maledettamente più complicato da portare a Firenze.
Sullo sfondo il panorama non è così limpido: un Fiorentina-Barcellona con appena 9000 spettatori, una campagna abbonamenti che fatica a prendere il via e un CdA, fissato per mercoledì, che non avrà il mercato come nodo principale da sciogliere. Dopo aver atteso a lungo il suo 'Godot', Paulo Sousa non può che sperare in un utimo mese di mercato da fuochi d'artificio, dopo gli artifizi che hanno impedito di arrivare all'autografo dell'ex Genk sul contratto.