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Violamania: Vlahovic, sei gasato stavolta? Contro il Milan servirà ben più di qualche bollicina
PRESENTE – Per Vlahovic, in questa sosta, una rete in amichevole e la gioia sconfinata di aver strappato al Portogallo di Ronaldo la qualificazione diretta ai Mondiali 2022, una vetrina strepitosa per proiettarsi definitivamente nel firmamento del calcio europeo. Per quelle date, molto probabilmente Dusan non sarà più un giocatore della Fiorentina: conviene a tutti, date le circostanze, salutarsi entro e non oltre la prossima estate. Ma il presente si chiama Milan, si chiama Ibrahimovic, si chiama difesa in emergenza assoluta. Non che i rossoneri siano messi molto meglio dietro, con le assenze di Calabria e Ballo-Touré e Romagnoli convalescente, ma almeno loro non devono adattare nessuno in ruoli-chiave. A sinistra il titolare Hernandez, nel mezzo i titolari Kjaer e Tomori, a destra l’ottimo rimpiazzo Kalulu. Abbiamo detto che giocheranno Venuti e Igor, non c’è altra strada, ma è frustrante dover ricorrere a soluzioni di fortuna proprio in occasione dell’ultimo incrocio con una big, utile per dimostrare che sì, la Fiorentina merita di sedersi a quel tavolo dove attualmente, classifica alla mano, sta banchettando. E a proposito di banchetto, il cibo va accompagnato con la giusta dose di bollicine.
EFFERVESCENZA – Quella che spesso è mancata, o è venuta a mancare nei secondi tempi, alla Fiorentina. Non basta un Vlahovic gasatissimo, come non è bastato un mese fa in Laguna, ma stavolta serve più che mai la presenza del serbo in area. Se Koulibaly prima e De Ligt poi sono riusciti a mettergli la museruola non c’è ragione di aspettarsi un trattamento molto diverso da parte di Tomori, ed è qui che tutta la squadra deve cominciare a “frizzare”, aumentando i giri del motore e mantenendoli più a lungo di quanto fatto con l’Inter. Personalmente, vedo possibile un successo contro il Milan capolista senza tre difensori su quattro solo così, impedendo ai rossoneri di attaccare, letteralmente soffocandoli come fatto con i nerazzurri. Allora la strategia ha funzionato per 50 minuti su 90, e in quel lasso di tempo i viola sono riusciti a segnare un solo gol, troppo facile da rimontare. Questa volta, le strade sono due: o si dura di più e si lascia per meno tempo il centro del ring agli avversari nella ripresa, o si segna di più finché si riesce a mantenere il controllo delle operazioni. Se si gioca alla pari, si rischia di venir messi sotto com’è successo contro il Napoli, vittorioso ben oltre l’1-2 finale di inizio ottobre. E allora non c’era neanche la difesa in emergenza…