Violamania:| Troppa presunzione
La premessa è doverosa: la Fiorentina la scorsa estate è ripartita da un 13° posto finale in classifica che non racconta fino in fondo una stagione travagliata, che ad un certo punto (precisamente alla fine del primo tempo della sfida interna contro il Novara) ha portato qualcuno anche a pensare ad una salvezza difficilissima da conquistare, e poi acquisita solo alla penultima giornata con un successo a Lecce. Quindi quest'anno qualsiasi piazzamento che sia superiore ai 46 punti totalizzati nel torneo 2011-2012 sarà tanto di guadagnato. Detto questo però, al netto della rivoluzione tecnica e dirigenziale effettuata circa otto mesi fa, la china che ha preso il 2013 della squadra viola sta assumendo dei tratti estremamente negativi. La sconfitta di ieri a Bologna lascia più di qualche indizio: la Fiorentina non è i 75 minuti peggiori della sua stagione giocati a Torino contro la Juventus, ma neanche lo 'show' messo su contro l'Inter dieci giorni fa.
La fotografia che emerge dalla sfida del 'Dall'Ara' è che Pasqual e compagni, e soprattutto l'allenatore Vincenzo Montella, siano diventati presuntuosi. In particolare la gestione tecnica del tecnico campano - che comunque rimane un valore aggiunto per la Fiorentina - e la sua analisi dopo la gara di ieri, rasentano l'inspiegabile. Non illuda il vantaggio maturato nel primo tempo grazie al gol di Ljajic perchè, clamorosa rete fallita da Cuadrado a parte, è stato Viviano a sporcarsi le mani sulla conclusione di Gilardino, e non va dimenticato il palo di Gabbiadini all'alba della partita. La Fiorentina è stato un lungo palleggio fine a se stesso che ha reso inoperoso Curci. Il secondo tempo è stato peggio, e qui il tecnico gigliato paga per l'inesperienza ed una certa lentezza nei cambi, visto che prima ha tentato di difendere l'1-1, e poi ha inserito due punte nei secondi di recupero.
Quello che però più sconcerta è la 'lettura' post-gara. Montella ha difeso le sue scelte e il gruppo, cosa più che legittima, ma non si possono giustificare i mancati cambi fino all'81' dicendo che la Fiorentina, a suo avviso, stava tenendo bene il campo. Il tecnico viola già si era dimostrato permaloso a chi gli aveva fatto notare gli errori di impostazione tattica nella gara contro la Juventus, dicendo che un successo contro l'Inter avrebbe ‘zittito tutti’ (il calcio non è una scienza esatta, c'è democrazia, e non bastano tre punti conquistati per togliere il diritto di replica a chi legittimamente la pensa diversamente da te). La sensazione tuttavia è che la squadra al momento rispecchi la sua 'guida', come a dire: abbiamo già dimostrato qualcosa, e quindi quando sbagliamo è una piccola colpa.
Il rendimento della Fiorentina in trasferta, dopo la vittoria a Palermo del 22 dicembre scorso, è penoso: quattro sconfitte consecutive fra Udine, Catania, Torino e Bologna. Va bene la stagione di apprendistato e di acquisizione di esperienza, ma se si pensa che tuttò ciò che è negativo sia colpa della sfortuna (come si sono mascherati certi risultati dello scorso mese di gennaio) o di errori dei singoli, si sbaglia di grosso. L'Europa è un obiettivo che va perseguito con forza, viste le ambizioni del club e i sogni di rilancio è indispensabile tornare a confrontarsi al più presto a livello continentale. E per farlo bisogna tornare con i piedi per terra, lavorare e soprattutto togliersi di dosso quella presunzione che nel calcio non ti fa andare da nessuna parte.