Violamania:| Vargas, dicci la verità!
Da quando ero abbonato di Curva Fiesole, ho sempre fatto caso ad un particolare per me rilevante per misurare il senso di attaccamento alla maglia per un giocatore della Fiorentina: l'atteggiamento di quest'ultimo dopo la rete di un compagno, sia che sia stato coinvolto in prima persona nell'azione che no. Domenica scorsa allora, sia in occasione del gol che è valso i tre punti che per quello annullato a Marco Donadel, il mio occhio, dalla tribuna stampa, è caduto sulla totale indifferenza di Juan Manuel Vargas, che in tutte e due le circostanze, invece di festeggiare con il compagno è tornato a centrocampo, quasi mestamente. Non ho intenzione di fare dietrologia, creare problemi o essere in malafede, ma l'atteggiamento (da inizio campionato) dell'esterno destro peruviano è sospetto, in tante circostanze, dentro e fuori dal campo. E, da fiorentino, se c'è una cosa che non bisogna farmi è prendermi in giro, o peggio ancora raccontarmi bugie.
Considero Juan Manuel Vargas il giocatore più forte della Fiorentina, quasi più determinante del fenomeno Adrian Mutu, valutando il 27enne di Lima il vero 'regista' di ogni azione pericolosa della squadra viola. Se chiudo gli occhi, abbino l'ex esterno del Catania ad ogni momento bellissimo della formazione gigliata, in particolar modo negli ultimi due anni: dal suo assist per la rete di Gilardino al 91' ad Anfield Road, al tiro del peruviano che ha aperto le marcature a Firenze contro il Bayern, passando per i gol contro Roma e Juventus. Insomma, il ragazzo cresciuto nell'Universitario de Chile non è un giocatore qualunque: eppure in questa stagione, anche a causa di alcuni problemi fisici, si è messo in evidenza per i novanta minuti di Torino di dieci giorni fa, e poi per tante partite incolori o saltate, mentre quelli che non saltano mai sono i viaggi oltreoceano per rispondere alla convocazione della propria Nazionale.
Il sospetto - che diventa certezza visti certi episodi citati che hanno caratterizzato questa prima parte di stagione, tralasciando alcune leggende metropolitane che raccontano di una vita non sempre da atleta -, è che il peruviano la scorsa estate volesse lasciare Firenze, demotivato da una stagione senza coppe, e che la Fiorentina ne abbia impedito la partenza, per un'offerta di un club italiano, arrivata sicuramente, ritenuta troppo bassa. Solo che adesso, dallo stesso numero sei viola, pretenderei quella stessa verità che il suo connazionale e quasi omonimo Vargas Llosa, nei prossimi giorni insignito del premio Nobel, ha inserito nei suoi libri, ad esempio sui campi di concentramento costruiti dal regime castrista. La Fiorentina di oggi, costruita lentamente da Sinisa Mihajlovic, con ancora tante assenze ma grintosa, compatta, che punta su giocatori motivati (e non importa che passato calcistico abbiano), avrebbe bisogno di un Juan Manuel Vargas al 100%, soprattutto di testa.
Dica però a chi ha il viola scuro che scorre nelle vene, se è disposto al 'sacrificio' per la causa gigliata d'ora in poi, o se a gennaio preferisce partire. Non possiamo permetterci di aspettare più nessuno; serve gente con attributi, che viva Firenze e la Fiorentina senza remore o pensieri negativi. Vargas è disposto ad essere con noi? Meglio che parli ora, ci dica la verità sul suo stato d'animo, quella che ogni tifoso della Fiorentina ama sentirsi dire da chi veste la maglia viola, e, in caso di mancanza di motivazioni, ne prenderemo atto. E più che le parole, caro Juan Manuel, conteranno i fatti, a cominciare dalla trasferta di Udine. Ti ricorda qualcosa quella dell'anno scorso, Vargas?