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    Violamania: una vendetta servita con gli interessi

    Violamania: una vendetta servita con gli interessi

    10 aprile 2016: una squadra allo sbando, la Fiorentina, va a fare visita ad un Empoli che vola e ha il coltello tra i denti (sportivamente parlando). Il risultato è che gli azzurri vincono nettamente e meritatamente per 2-0. Una vittoria a suo modo storica, che ha esaltato un'intera città, o almeno quella parte di città che non tifa viola.

    20 novembre 2016: ecco che lo scenario si è ribaltato totalmente nel giro di sette mesi. Stavolta la squadra allo sbando è sembrata l'Empoli, che comunque si è rinnovata molto nel giro dell'estate, mentre la Fiorentina è ormai una compagine quadrata (in trasferta) e segna a raffica. Il risultato anche stavolta è chiaro: la vendetta è stata servita dai viola ai 'cugini' azzurri e anche con gli interessi. 

    Il cosiddetto derby dell'Arno ci fa vedere una Fiorentina formato esterno che è una squadra sicuramente tra le prime cinque della Serie A, bella, concreta, a tratti perfino spietata, ovvero l'esatto opposto di quella ammirata (si fa per dire) al Franchi, quella che è lenta, monotona, che segna con il bilancino e porta a casa pareggi su pareggi ed è stata in grado di regalare un punto perfino al Crotone (ovvero l'unico ottenuto dai calabresi lontano da casa).

    Il segreto o i segreti? Più spazi in campo dove palleggiatori e corridori possono esprimersi, un nuovo Bernardeschi portato dove può far male agli avversari, un assetto più equilibrato e con altri giocatori inseriti al posto giusto. Bastano? Per ora sì, anche perché pure la prossima partita in campionato sarà lontana dal Franchi, ma dopo l'Inter ci sarà da lavorare per cambiare anche la Fiorentina formato interno.

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