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Violamania: un rimpianto chiamato Gianluca Rocchi
Quanto accaduto nei minuti finali della sfida del Tardini di ieri sera, con l'evidente rigore negato per fallo su Mario Gomez, dopo il favoloso due a due di Mati Fernandez, fa tornare ancora una volta ai cattivi pensieri di zoffiana memoria, nell'anno di Calciopoli, che poi alla fine si rivelarono sospetti fondati sulla manovra anti gigliata, solo che poi alla fine a pagare furono i proprietari della Fiorentina, con un processo sommario, che porto' pure a condanne penali per i fratelli marchigiani proprietari della società gigliata. Una favoletta racconta che favori e sfavori si compensano a livello arbitrale nel calcio. Ebbene, quella è una bugia perchè tanti, troppi errori si stanno abbattendo sulla rosa guidata da Vincenzo Montella, falcidiata nelle scelte dei fischietti arbitrali, che evidenziano ulteriormente come non solo siano supponenti i vertici delle giacchette nere, con il duo Braschi-Nicchi in testa, ma pure scarsi, visto che non c'è fine agli orrori.
I giocatori piu' importanti a livello internazionale decidono di lasciare la serie A, o di non venirci proprio a giocare, anche proprio per questa mancanza di credibilità arbitrale, e non soltanto perchè gli stipendi da altre parti hanno maggiori zero. Non accorgersene, o fare finta che il problema non esista, come è stato fatto fino ad oggi, portera' sempre di piu' i nostri stadi ad essere scheletri senza anima, quella formata dal pubblico, componente fondamentale per sopravvivere, piu' dei diritti televisivi, che ormai sono ai titoli di coda.
Un rimpianto, se così si può dire, in chiave viola c'è: il non poter essere arbitrati come Fiorentina dall'unico fischietto che sembra esente da questa gamma di sbagli da matita rossa: Gianluca Rocchi, fiorentino, della sezione proprio della città del Giglio, che proprio per quest'ultimo motivo, non può dirigere le gare di Pasqual e compagni. Un vero peccato perchè, senza voler essere tacciati di partigianeria, ed al netto di una fase negativa della rosa gigliata in termini di tenuta atletica e di sbavature difensive assortite, e nervosismo, il club viola meriterebbe direzioni come quelle che sta inanellando il classe '73 di Firenze.
Detto questo la Fiorentina guadagna un punto a Parma che conferma il momento non brillantissimo, costellato dalla sconfitta a Cagliari e la battuta d'arresto casalinga con l'Inter, ma i Montella boys hanno un'anima e l'hanno riconfermato. Qualcuno dira' che a questo punto dell'annata bisognerebbe scegliere sui tre fronti in cui i gigliati sono ancora impegnati, unico club, insieme al Napoli. Sbagliato. A rischio di vanificare tutto, per stanchezza, infortuni e squalifiche, meglio giocarsela sempre, a viso aperto, parafrasando uno slogan del neo premier Matteo Renzi, noto tifoso viola, che nel frattempo con Diego Della Valle sta mettendo a segno una vittoria che vale piu' di uno scudetto: la realizzazione di un nuovo stadio in città. Li non ci sono arbitri che tengano, la società di via Manfredo Fanti non sara' mai in fuorigioco, anzi potrebbe essere l'arma finale per elevarsi a livelli europei ed internazionali. Come le direzioni arbitrali del concittadino Gianluca Rocchi.