Violamania: reality Fiorentina
In attesa che la Fiorentina scenda nuovamente in campo domani sera al Franchi contro l'Empoli, in quella che simpaticamente io chiamo Coppa Cognigni - dall'infelice battuta del vicepresidente gigliato di quasi un anno fa, il quale disse che era forse meglio non vincerla, perché i premi verso i giocatori avrebbero portato ad un esborso degli introiti che ne derivano -, Sinisa Mihajlovic lo scorso sabato sera ha sudato per portare a casa la vittoria, non tanto per il valore dell'avversario, il Bari, dimostratosi poca cosa, quanto per un gioco che stenta ad arrivare.
Era sudato il tecnico a fine partita, come quando si ha la febbre, per portare a casa un successo fondamentale per la classifica, per il morale e per rinsaldare la sua panchina, e per tutto ciò deve dire grazie soprattutto ad un giocatore che fino all'ultimo giorno di mercato era praticamente dato per partente, e che ancora adesso ha il contratto in scadenza il prossimo giugno: Marco Donadel.
A proposito di giocatori che nella scorsa sessione di mercato dovevano partire e poi sono restati: fa ancora discutere la vicenda che ha visto Adrian Mutu protagonista di un'aggressione ad un cameriere di un noto locale fiorentino all'alba di sabato scorso. In attesa che il comandante della nave - come si è autodefinito Andrea Della Valle - prenda una posizione sanzionatoria e disciplinare in merito (ovvero che a decidere sia il fratello Diego, vero 'deus ex machina' della Fiorentina), una considerazione su questo ennesimo episodio va fatta. I giocatori della rosa guidata da Mihajlovic mai come in questo inizio di nuova stagione si sono resi protagonisti di fatti fuori dal campo poco edificanti.
Dalle corse pazze sui viali di Firenze di Alessio Cerci, con Maserati multata in pieno giorno nei pressi dei Lungarni, agli insulti di Vargas e Comotto verso la tifoseria viola durante alcuni match, fino al caso recente di Mutu, l'ennesimo ed ingiustificabile, visto che se anche il giocatore fosse stato offeso la violenza fisica non è mai tollerabile. Ci sarebbe poi da inserire l'esempio negativo che dà, in una scena che sa di film comico, Andrea Della Valle, che ogni volta si fa intervistare in mezzo alla strada, mentre esce dai campini, coi giocatori che assistono dal pulmino navetta che li porta all'interno dello stadio.
Tornando a Mutu, sarei curioso di sapere chi avrà il coraggio in settimana di andare dal rumeno e dirgli: 'Senti Adrian, ti stai comportando male, forse ti mettiamo fuori rosa. Sei stato squalificato per la sibutramina, ti abbiamo messo sul mercato - salvo poi toglierti perché si è fatto male Jovetic -, ti abbiamo fatto causa cercando di toglierti lo stipendio per la vicenda doping, non ti abbiamo dato l'autorizzazione per giocare le amichevoli, a fine stagione ti cederemo sicuramente. Puoi andare in campo e salvarci la stagione?'.
La verità è che questa Fiorentina, la società di oggi, scarna nei vertici societari, che (sempre per Andrea Della Valle) non ha spazio per una bandiera storica come Giancarlo Antognoni, è un gruppo di persone, per la maggioranza dei tifosi, non credibile e soprattutto scarsamente affidabile. Un club che parla di etica e che ha acquistato nel recente passato un giocatore squalificato per cocaina (Mutu), uno che poi è stato accusato di stupro e violenze (Da Costa), e uno che deve soldi a svariate persone, licenziato dal club in cui giocava in prestito (Savio N'Sereko).
Solo la paura di un impossibile fallimento - visti i conti in ordine del club -, come accaduto ai tempi di Cecchi Gori, fa sì che tutto il popolo viola chieda spiegazioni di questo progetto teso più a smobilitare che a costruire. I giocatori, e Mutu soprattutto (perché 'testa di giocatore è buona solo per portare il cappello' come diceva Boskov), si sentono autorizzati a fare ciò che vogliono, perché i loro 'genitori', ovvero i vertici del club, sono tutti dimissionari. E i tifosi assistono e si domandano sempre di più quale sarà la prossima puntata di questo squallido reality chiamato Fiorentina.