Violamania: gli ultimi gradini
Ci si sta avviando a lunghi passi verso il dodicesimo anno di proprieta' di Diego ed Andrea Della Valle di quell'universo chiamato Fiorentina ed il bilancio non può che essere positivo, non tanto guardando la bacheca di trofei, vuota o quasi, e costellata solo di coppette di tornei estivi ma anche e soprattutto di due scudetti giovanili (Primavera ed Allievi gestione Buso), coppa Italia e Supercoppa italiana (sempre gestione Buso) ma per i traguardi intermedi, che hanno riportato stabilmente la squadra gigliata stabilmente nell'elite' del calcio italico, con punte da ravvisarsi nelle qualificazioni in Champions League dell'era Prandelli, quella sfiorata con Montella l'anno scorso, ed una Tim Cup accarezzata quest'anno all'ombra dell'Olimpico. La Fiorentina è un club che viaggia sempre di piu' su grandi numeri in termini economici, di fatturato soprattutto, organizzazione e di gestione della logistica, in campo cittadino (vedi stadio Franchi) ed extra (spostamenti per le trasferte e mobilitazione della tifoseria, quest'ultima impeccabile o quasi dal punto di vista dell'ordine pubblico).
Come detto però difetti, come per qualsiasi cosa di questa vita, ce ne sono anche in Fiorentina, che come un'adolescente, anche quella della famiglia Della Valle (che del resto va per i dodici anni) deve ancora emanciparsi. Nessuno potra' mai rimproverare Diego ed Andrea se, come per bocca del principale uomo di fiducia, Mario Cognigni, per loro è piu' importante il rendiconto dei numeri finali ogni anno, che il vincere uno scudetto. Se hanno fatto chiaramente capire che sono da escludere extra budget per il mercato o passionalità allo stato puro (rappresentata bene dal presidente onorario in tribuna autorità) nella gestione della Fiorentina.
Il calcio però è una cosa in cui vince uno solo, e tutti gli altri bene che vadano arrivano secondi. In cui non sempre vince il piu' ricco, ma spesso il piu' organizzato ed attento alla cura dei particolari. Ecco perchè, con il massimo del rispetto per le loro persone, è giusto consigliare i padri di questa Fiorentina, da chi, a differenza loro non vive il giorno dopo giorno su Firenze, che se sulla cessione o meno di Juan Gulliermo Cuadrado o il rinnovo annuale di Daniele Prade', sono liberi di fare cio' che vogliono; devono fare meglio nel passare dalle parole ai fatti. Perchè dodici anni di prestigio sono importanti, ma non è possibile credere ad una famiglia Della Valle che adesso che ha raggiunto la sala del Giglio di Palazzo Vecchio (la piu' alta geograficamente parlando di Palazzo Vecchio), non voglia spingersi verso alla Torre d'Arnolfo, per godersi il panorama. Rispettabile che delusi dal calcio italiano e dai propri dirigenti, non vogliano sporcarsi le mani come fanno per le loro scarpe e le loro borse. Ma il calcio per i fiorentini è passione vera e non un gioco ed un hobby. Sarebbe bello che chi ha in mano le azioni della Fiorentina capisse fino in fondo quel sentimento che fa battere il cuore a milioni di persone che hanno il viola nel cuore, e nel rispetto del fair play finanziario, facciano quello scatto in avanti in termini comunicali (piu' unità di intenti e meno personalismi) e di obiettivi. Perchè lo slogan dei Della Valle è dignita', dovere e divertimento, che non fa rima con appagamento e compiacenza.