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    Violamania: tutti a Gubbio con Lotito

    Violamania: tutti a Gubbio con Lotito

    La premessa è d’obbligo: vista la clausola rescissoria inserita nel suo rinnovo di contratto stipulato a fine ottobre scorso, ed il rendimento tecnico ed umorale nei sui primi quattro mesi e mezzo di campionato, la cessione di Juan Guillerme Cuadrado alla cifra offerta dal Chelsea è da considerarsi inevitabile. L’auspicio che con un miracolo tecnico e la sapiente abilità di Vincenzo Montella e del suo staff, le cose per la Fiorentina vadano meglio di quanto siano andate fino ad oggi, è ovvio, ma a quel punto, in caso di miglioramento del quarto posto raggiunto già l’anno scorso, degli ottavi di finale di Europa League e della finale di Coppa Italia conseguiti 12 mesi fa, sarà giusto consegnare non una ma ben due panchine d’oro al tecnico di Castello di Cisterna, perché bisognerà parlare di miracolo tecnico.

    Occorre infatti partire dalle dichiarazioni dell’ex allenatore di Roma e Catania a maggio scorso, ripetute per cinque giorni consecutivo, ovvero: “Per far fare il salto di qualità alla mia squadra bisogna acquistare due-tre giocatori di livello, oltre che non cedere quelli che ci sono già”, per analizzare il momento in casa Fiorentina. Non solo infatti dopo quelle parole Montella è stato zittito dalla proprietà, prima attraverso il presidente esecutivo e poi dal patron gigliato, anche per far capire a tutti la scala delle gerarchie in società, ma è stato compiuto un disastroso mercato estivo fra chi non gioca (Badelj, Kurtic, Richards, Octavio), chi è già ripartito (Marin e Brillante) e chi è stato riscatto e poi ceduto (Cuadrado). Al termine di quella campagna acquisti Andrea Della Valle lo definì il più importante mercato della società di sua proprietà, dicendo anche che il riscatto del colombiano dall’Udinese e la sua messa fuori dal mercato si trattava di un regalo nei confronti dei tifosi della Fiorentina. A rileggere oggi quelle parole del 27 agosto scorso viene da sorridere beffardamente.

    Può darsi che Diamanti, Gilardino, Salah e Rosati diventino autentici fenomeni e che la squadra viola risulterà essere l’autentica protagonista dei prossimi mesi caldi. La verità però è che non esiste progetto sportivo e una progettualizzazione in un club dove non si sa chi comanda davvero, chi decide, e dove tutto è precario, dai contratti dei dirigenti che si occupano del mercato, passando per il futuro del proprio tecnico, senza dimenticare la situazione contrattuale di alcuni giocatori determinanti in chiave futura. La Fiorentina vedrà svincolarsi un 25enne a giugno prossimo, come ha rischiato che accadesse per Ljajic, poi svenduto, facendo passare Neto come un mercenario, quando invece ha semplice deciso di non credere nel domani del suo attuale club, legittimo visto la dipartita del giocatore tecnicamente più importante, di lì a poco.

    Un tempo al bambino che non voleva andare a letto presto o non finiva la cena, si diceva: “Guarda che se non fai così, arriva l’uomo nero”. A Firenze da dopo il fallimento ai tifosi che provano a sollevare qualche dubbio sul progetto sportivo della famiglia marchigiana la minaccia è: “Non vorrai mica tornare a spalare la neve a Gubbio in C2?” oppure “Preferiresti avere come presidente uno come Lotito e De Laurentiis?”. Può darsi che quest’ultimi due siano personaggi folkloristici e poco avvezzi alla classe nel modo di parlare e di comportarsi, ma qualche titolo in bacheca l’hanno messo. A chi lavora nella società Fiorentina e che etichetta le critiche contro la famiglia Della Valle come ‘gossip giornalistico’ o ‘spazzatura’, vorremmo chiedere: a parte una solidità finanziaria invidiabile, qual è il valore aggiunto che danno i proprietari del marchio Tod’alla loro realtà calcistica? Nello sport come nella vita si viene giudicati sui fatti, e solo su quelli. Si può convincere un tifoso con le minacce che lo cose possono peggiorare o un giornalista accondiscenderne il pensiero regalandogli una borsa o un paio di scarpe firmate, ma alla fine è solo la successione degli avvenimenti a determinare i veri giudizi. E fino ad oggi prospettive o meno, parafrasando Mourinho, non si può che dire: Fiorentina: zero tituli!

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