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Violamania: tanto c'ha ragione chi fa gol
Come era avvenuto con Prandelli, con regia proprio dell’ex tuttofare in Fiorentina nell’allora estate 2010, anche oggi, sotto l’egida dei fratelli Della Valle, si è arrivata ad un brusco cambio di panchina, con l’approdo a Paulo Sousa, lasciando la spiegazione della rivoluzione tecnica ad un sintetico quanto durissimo comunicato nei confronti del predecessore del portoghese. Nessuna parola dai vertici gigliati sul cambio di passo della nuova linea tracciata, né delucidazioni esaustive sul progetto tecnico che nascerà con l’ingresso anche di dirigenti neofiti nel calcio italiano dalle parti dello stadio Franchi. Allora, cinque anni fa, la svolta non funzionò perché la scelta Mihajlovic, dettata da un procuratore molto legato all’oggi d.s. del Bologna, non fu accompagnata da un degno calciomercato, che poco sorresse il progetto tecnico del prossimo allenatore del Milan.
Quella Fiorentina vedeva come i Della Valle lontanissimi da Firenze, e quasi sul punto di cedere la società, cosa che oggi sembra quasi un sospetto ma che in realtà, visto che l’esonero di Vincenzo Montella è stato deciso proprio dai proprietari viola, è un’illazione al momento priva di fondamento. Perché sull’arrivo di Paulo Sousa c’è inciso il marchio dell’agente che è più vincolato agli azionisti viola, e soprattutto al presidente esecutivo, ed un possibile, quanto non auspicabile, fallimento in viola del fresco ex allenatore del Basilea, sarebbe una sconfitta atroce non di occupa le scrivanie in via Manfredo Fanti, 4 ma di chi ha residenza a Casette d’Ete. Ecco perché, al di là del normale scetticismo che può regnare in questo periodo, che ha visto la Fiorentina ufficializzare per ultima in serie A il proprio tecnico, e ad ancora a secco di acquisti, nonché di rinnovi di contratto significativi, la garanzia si chiama famiglia Della Valle.
Infatti, come è avvenuto per Sinisa Mihajlovic, a sostenere il neo allenatore viola penserà nel primo periodo la stampa fiorentina e nazionale sempre molto ruffiana nei confronti della proprietà, e spesso anche più realista del re; nonché quei tifosi che sposano ogni scelta dei fratelli imprenditori marchigiani perché timorosi che una loro dipartita esponga la Fiorentina ad un passo indietro nelle proprie ambizioni (il motto è :”Se vanno via, chi viene al loro posto?). Ma se il progetto del serbo oggi allenatore del Milan fallì perché quella era una viola in dismissione, stavolta non può andare a finire lo stesso. Non si potrà vedere un mercato povero e poche idee sull’organizzazione tecnica della prossima stagione, perché in caso di risultati scarsi o inferiori a quelli del triennio montelliano, sarebbero i Della Valle ad uscire sconfitti. Ecco perché, sicuri che contino i fatti e non le intenzioni, è auspicabile immaginarsi l’arrivo a Firenze di giocatori di sicuro affidamento che accompagnino al meglio il progetto nuovo di Paulo Sousa. Perché come nella vita contano i fatti, e non le parole e le intenzioni, nel calcio conta chi fa gol, e per mandare in rete la palla, al di là di chi siede in panchina, servono programmazione, progettazione e soprattutto top player di sicuro affidamento. Quelli che anche i tifosi viola più scettici con la proprietà gigliata si aspettano che arrivino da qui ad inizio settembre prossimo.