Lo scorso 18 marzo, quando la Fiorentina comunicò che non avrebbe riconfermato il contratto (in scadenza poco più di tre mesi dopo) al d.s. Pantaleo Corvino, quest'ultimo aveva lasciato in mano il club a due procuratori, che di fatto erano diventati i proprietari della società. I Della Valle, un po' perché scottati da quanto accaduto con Calciopoli, un po' perché in conflitto con i vertici politici della città per la mancata realizzazione della Cittadella Viola, avevano affidato tutto in mano all'uomo di Vernole, e i risultati sportivi sono stati sotto gli occhi di tutti. Qualcosa quest'estate è cambiato: chiamatelo orgoglio, voglia di riscatto o più semplicemente consapevolezza che andare avanti come prima avrebbe portato ad un depauperamento economico che mal si associava con il marchio della famiglia marchigiana. Così la società si è ristrutturata, e il primo a prendere la parola e ad esporsi è sempre stato Andrea Della Valle; poi, soprattutto, è stata allestita una squadra di calcio seria, guidata da un tecnico giovane, ambizioso e con idee.
La sensazione avuta una volta smaltita l'esultanza per la doppietta di Jovetic di sabato sera, è che la Fiorentina vista contro l'Udinese ha dei margini di crescita immensi, ma che al tempo stesso Vincenzo Montella è stato capace di disegnare sul campo un'idea di squadra propositiva e organizzata. Poteva uscire dal campo con uno striminzito pareggio, davanti ad un'avversaria peccaminosamente rinunciataria come quella di Guidolin, ma la gente del 'Franchi' avrebbe comunque applaudito al triplice fischio finale di Mazzoleni. La Fiorentina, che quest'estate non ha sbagliato una mossa (dal contatto con i tifosi a Moena, passando per i prezzi della campagna abbonamenti), ha vinto prima con l'idea che ha dato di sé - com'era bella quell'immagine di tutti i dirigenti uno accanto all'altro in tribuna autorità, preceduti dai giovani esordienti del settore giovanile - e poi sul campo. Anche la Firenze che viene chiamata 'rosicona' era lì, pronta ad attenderla, scettica forse per quanto successo da Prandelli in poi, ma sempre palpitante per quella creatura che ieri ha compiuto 86 anni.
Si diceva dell'idea di una Fiorentina altamente migliorabile: quanto accaduto con il calciomercato ha quasi del fenomenale. Serviva una rivoluzione ed è arrivata, e non è neanche costata parecchio. Questa è una squadra che ha bisogno di essere rodata, assemblata, e che va fatta crescere con pazienza. Bisognerà rendersi conto che il percorso di risalita sarà lungo, perché non bastano tre punti con l'Udinese a far dimenticare l'amarezza di un biennio di figuraccie. Tuttavia, quando la mattina ti svegli e pensi alla tua squadra del cuore, sai che può accadere di tutto ma chi ne ha le redini in mano, sia dal punto di vista societario che tecnico, ne ha sincera cura, e pensa al bene comune e non a quello personale. La voglia di continuare a scoprire e di veder crescere questa 'creatura' è talmente tanta che le ultime ore del mercato vengono vissute con ansia, per la possibile partenza di giocatori importanti - Jovetic e Nastasic, tanto per fare degli esempi -, ma allo stesso tempo con la tranquillità che quel qualcosa cambiato nelle stanze della sede di via Manfredo Fanti non è certo un fattore passeggero.