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Violamania: Simeone, come hai fatto? Pali, errori, adesso i rinforzi
Come si fa a sbagliare un gol del genere? Una domanda ricorrente che ha preso concretezza fin dai primi secondi della gara, quando Simeone si è mangiato da pochi passi una rete incredibile, l'immagine di una Fiorentina che manca facilmente il bersaglio in troppe nitide occasioni. Quando l'argentino l'ha messa fuori, probabilmente qualcuno aveva già capito come sarebbe andata a finire. "Se inizia in questo modo, figuriamoci come prosegue", avrete pensato. E in effetti come darvi torto: i pali di Mirallas e Chiesa - clamoroso il secondo - e un'occasione nitida sciupata da Edimilson, che calcia addosso a Radu, senza dimenticarci degli altri tentativi di Chiesa e di quei cross preda di nessuno.
La Fiorentina, dopo aver nettamente dominato contro il Parma, ha messo in scena una delle migliori prestazioni stagionali a Genova, senza riuscire a segnare nonostante una mole di gioco e di conclusioni che ha fatto tornare in mente i vecchi fasti. Almeno settanta minuti disputati senza lasciare scampo all'avversario, chiuso tra le ripartenze veementi della Viola e il muro eretto da Pezzella e Milenkovic: il Genoa è uscito alla distanza, mettendo sotto gli ospiti nei minuti finali, dove Lafont ha sfoderato una parata sul colpo di testa di Piatek che vale quanto un gol. Il bel calcio di una squadra affossata anche dalle sostituzioni, in grado di "peggiorare" la formazione in campo fino a quel momento.
Veniamo al VAR. Tutto nasce dall'interpretabilità. Serve coerenza nel metro di giudizio, senza dubbio. Il rigore non viene assegnato ma le polemiche nascono dai precedenti. I giocatori circondano l'arbitro, Pioli viene espluso e Biraghi ammonito. "Ho visto Juventus-Sampdoria e il rigore dato, noi pretendiamo rispetto, vengono fischiati certi rigori meno evidenti, il fallo di mano c'è e il rigore va dato. Punto. La decisione è sbagliata", ha tuonato Stefano Pioli in conferenza stampa. Resta il fatto che la Fiorentina chiude con 26 punti il girone d'andata, uno in meno della scorsa stagione. E quell'Europa agganciata a Natale, adesso dista tre punti. E quella Champions League che aveva per un attimo allietato i sogni dei tifosi addirittura sei.
Il mercato, il ritiro a Malta, la Coppa Italia e il rientro in campionato. Sarà un mese denso di impegni dopo le brevi vacanze concesse ai giocatori. Gabbiadini è il nome più caldo e andrebbe definitivamente a scalzare Pjaca dalle rotazioni, che già lo vedono in svantaggio rispetto a Mirallas. Serve assolutamente un attaccante: l'attuale giocatore del Southampton permetterebbe di avere un'altra variante da centravanti e, vista l'annata di Simeone, questo non può certo essere un punto negativo.
La Fiorentina, dopo aver nettamente dominato contro il Parma, ha messo in scena una delle migliori prestazioni stagionali a Genova, senza riuscire a segnare nonostante una mole di gioco e di conclusioni che ha fatto tornare in mente i vecchi fasti. Almeno settanta minuti disputati senza lasciare scampo all'avversario, chiuso tra le ripartenze veementi della Viola e il muro eretto da Pezzella e Milenkovic: il Genoa è uscito alla distanza, mettendo sotto gli ospiti nei minuti finali, dove Lafont ha sfoderato una parata sul colpo di testa di Piatek che vale quanto un gol. Il bel calcio di una squadra affossata anche dalle sostituzioni, in grado di "peggiorare" la formazione in campo fino a quel momento.
Veniamo al VAR. Tutto nasce dall'interpretabilità. Serve coerenza nel metro di giudizio, senza dubbio. Il rigore non viene assegnato ma le polemiche nascono dai precedenti. I giocatori circondano l'arbitro, Pioli viene espluso e Biraghi ammonito. "Ho visto Juventus-Sampdoria e il rigore dato, noi pretendiamo rispetto, vengono fischiati certi rigori meno evidenti, il fallo di mano c'è e il rigore va dato. Punto. La decisione è sbagliata", ha tuonato Stefano Pioli in conferenza stampa. Resta il fatto che la Fiorentina chiude con 26 punti il girone d'andata, uno in meno della scorsa stagione. E quell'Europa agganciata a Natale, adesso dista tre punti. E quella Champions League che aveva per un attimo allietato i sogni dei tifosi addirittura sei.
Il mercato, il ritiro a Malta, la Coppa Italia e il rientro in campionato. Sarà un mese denso di impegni dopo le brevi vacanze concesse ai giocatori. Gabbiadini è il nome più caldo e andrebbe definitivamente a scalzare Pjaca dalle rotazioni, che già lo vedono in svantaggio rispetto a Mirallas. Serve assolutamente un attaccante: l'attuale giocatore del Southampton permetterebbe di avere un'altra variante da centravanti e, vista l'annata di Simeone, questo non può certo essere un punto negativo.