Inutile negarlo: l'arrivo della Juventus provoca inquietudine. Sarà perché il passato non ha precluso tanti momenti bui nell'ecosistema delle sfide con i bianconeri, sarà perché la corazzata di Allegri - foraggiata dal carica da novanta estivo - incute più timore che mai, sarà perché questa Fiorentina non è poi così affidabile. Le partite importanti difficilmente le stessa, ma il momento vissuto dalla compagine di Pioli aumenta gli spettri. La Viola arriva non tanto con le ossa rotte, quanto fuori posto.

Se negli anni passati Firenze aveva affrontato la nemica di una vita quasi con spavalderia, stavolta lo status a cui si è elevato il rivale spaventa, preoccupa. Il 'Franchi' sarà una bolgia, collezionerà l'ennesimo record in occasione di questa gara e proverà a spingere i propri beniamini oltre i limiti palesati nelle scorse settimane. Gli occhi, tra i fischi durante il riscaldamento, saranno su Cristiano Ronaldo, come in tutti gli stadi che lo stanno accogliendo, giornata dopo giornata. La forza dell'avversario, però, non è solo il portoghese. E dopo la speranza per non vedere in campo Bernardeschi esultare nuovamente da ex, il timore si trasformerà in agonia e agonismo. Ogni pallone toccato da CR7 sarà un sussulto, ma se Firenze vuole può formare una bolgia con cui provare a imbrigliare, in parte, gli ospiti.
La formazione di Montella rimontò epicamente la squadra che avrebbe totalizzato 102 punti al termine della corsa, chissà se Pioli entrerà nella Storia viola fermando l'inizio migliore di sempre dei bianconeri in Serie A. Scrollandosi di dosso, magari, parte dei problemi e rilanciandosi nella corsa all'Europa. Ci sono partite da dentro o fuori e, al di là del sapore stesso della sfida, una vittoria nel presente potrebbe fungere da medicina per l'immediato futuro. A patto che la paura scompaia al fischio d'inizio.