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    Violamania:| 'Semo tutti ragionieri'

    Violamania:| 'Semo tutti ragionieri'

    La vita di tutti i tifosi della Fiorentina ha un 'prima' e un 'dopo'. La data che fa da spartiacque fra poche settimane compirà il suo decennale: 1 agosto 2002. Quel giorno di metà estate infatti il club viola, allora guidato da Vittorio Cecchi Gori, fallì per un debito di circa 23 milioni di euro, rompendo una storia che era iniziata nel 1926 e che, illusione di cuore gigliato, si pensava non sarebbe finita mai. Invece quella mancata iscrizione al campionato di serie B non solo fece soffrire chiunque avesse a cuore la Fiorentina, ma ha anche creato una frattura mentale evidente: da quel giorno un cospicuo numero di tifosi viola avrebbe accettato qualsiasi cosa dai proprietari del club gigliato pur di non fallire nuovamente. Diego Della Valle, imprenditore e uomo estremamente intelligente, ha sempre intercettato questa 'debolezza', e seppure ancora oggi sia convinto di aver scongiurato il fallimento alla Fiorentina - in realtà rilevò il club gratuitamente, il 3 agosto, dalle mani dell'ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici -, ha sempre fatto capire, anche a ragione vista la mancanza di alternative, di essere in grado di fare il bello e il cattivo tempo.

    Del resto uno dei suoi uomini in Fiorentina, Gianfranco Teotino, non più tardi di due mesi fa, quando qualcuno su Facebook invitò i Della Valle a cedere il club, rispose: 'Non vorrete mica tornare in C2?'. Come se il passaggio di mano della società volesse dire per forza nuovo fallimento sportivo o nuovi proprietari, magari sciagurati. Dunque non deve stupire il risultato di un sondaggio pubblicato dall'autorevole sito Violanews.com all'indomani della notizia secondo cui la Fiorentina potrebbe cedere Stevan Jovetic. Un tempo davanti a tale prospettiva si sarebbe scatenato il finimondo. Firenze è pur sempre la piazza che si rivoltò alla cessione di Baggio alla Juventus, e dove le signore 'bene' della città diedero ospitalità ai rivoltosi di quelle calde giornate in Piazza Savonarola. Oggi invece la tifoseria web è spaccata a metà: il 50% degli utenti è per la cessione del montenegrino, l'altra metà lo ritiene un cardine imprescindibile.
     
    La verità è che a Firenze, parafrasando uno striscione dei tifosi romani di qualche tempo fa, adesso 'semo tutti ragionieri'. Infatti i commenti che si sprecano su internet sono del tipo: cediamo Jovetic perché non fanno costruire ai Della Valle la Cittadella, e poi, se arrivano i soldi di questo o quest'altro club, l'affare si può fare. Oppure: l'importante è che i soldi che arrivano dalla cessione del giocatore vengano reinvestiti. E allora, auspicando che i Della Valle ci pensino bene prima di cedere l'unico vero campione rimasto nell'attuale rosa della Fiorentina, 'ricominciamo da tre', quanti sono i quesiti che è giusto porsi.  Possibile che sia bastato un fallimento per uccidere la passione del tifoso viola, che un tempo mai avrebbe voluto che i suoi (pochi) buoni giocatori venissero ceduti? Visto il mancato reinvestimento dei soldi ricavati dalle cessioni di Felipe Melo e Kuzmanovic, siamo sicuri che quelli derivanti dalla partenza di Jovetic non facciano la stessa finie? Qual è il valore aggiunto dei Della Valle, se alle prime 'difficoltà' finanziarie, e dopo due campionati deludenti, come prima mossa decidono di cedere pezzo migliore?

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