Violamania: se arriva la qualità...
A guardare il bicchiere mezzo pieno, dopo il successo di sabato scorso contro il Cesena, si può dire che la Fiorentina ha collezionato dieci punti nelle ultime cinque partite, che la classifica, in un campionato sempre più mediocre in quanto a valori, è sensibilmente migliorata rispetto ad un mese fa, e che, a parte la serata di Roma in cui solo le giocate dei singoli hanno permesso di limitare un passivo più pesante, la difesa sta tenendo, quindi la squadra ha maggior equilibrio. La realtà però va vista con gli occhi oggettivi di chi va allo stadio e prova ad approfondire, oltre i risultati. Questa Fiorentina gioca un calcio brutto, con tantissimi errori (non imputabili solo alle molte assenze); non ha un idea di gioco che sia una, e l'allenatore sembra non solo impreparato da questo punto di vista ma anche incapace di gestire un gruppo che ancora non lo riconosce come autorità tecnica.
Nelle mie orecchie risuonano ancora le parole del dopo partita di Roma, quando Mihajlovic ha confessato di aver chiesto ai suoi giocatori un calcio più propositivo, e invece la squadra aveva ammesso di sentirsi più sicura nel coprirsi e nel giocare in contropiede. Assolutamente ingiustificabile che il tecnico serbo abbia fatto decidere a Mutu sul suo utilizzo sabato scorso, visto che nei progetti era previsto che andasse in campo Ljajic. Il rumeno si è imposto sulla volontà di Mihajlovic, e l'infortunio del numero 10 di Calinesti - ovvio alla quarta partita in tredici giorni - è gravissimo, perché penalizzerà la Fiorentina in una fase delicatissima del campionato. Una Fiorentina che sta facendo disinnamorare i propri tifosi, se è vero che le presenze allo stadio diminuiscono, anche da parte di chi ha fatto l'abbonamento, alla luce della noia che contraddistingue i match della squadra gigliata, e soprattutto della constatazione di come non vi sia un'idea organizzativa a livello societario.
Sinceramente non ho capito il perché del viaggio di Pantaleo Corvino, in questo momento della stagione, in Brasile. Avrei preferito vederlo accanto alla squadra, magari anche a supporto del tecnico direttamente dalla panchina. Mi auguro che il d.s. viola porti finalmente un campione di razza, un giocatore che sappia fare la differenza dal Sudamerica, e non una scommessa come molte, rivelatesi fallimentari, nell'ultimo periodo. Alla Fiorentina che vorrebbe ambire ad un posto nella futura Europa servono almeno due centrocampisti incontristi ma dai piedi buoni, un terzino sinistro titolare ed un vice Gilardino; senza tralasciare, se è possibile, un difensore che sappia giocare la palla. In attesa che Mihajlovic faccia crescere la squadra - ma ho dei dubbi sulle capacità tecniche di un allenatore che fino ad oggi non ha dato né gioco, né grinta, né coraggio alla sua rosa, che come detto sembra non seguirlo - godiamoci il ritorno alla qualità, impersonificato dal rientro di Gaetano D'Agostino, che sarà quanto mai prezioso fin dalle prossime giornate sia sulle palle inattive che nel dare costrutto al gioco viola. Se poi, come è accaduto sabato, Cerci si dimostra meno egoista, e Vargas fa anche la fase difensiva, qualche spiraglio per un campionato che non sia di non sofferenza pura si può intravedere...