Se un tifoso della Fiorentina pensa ad Alberto Gilardino molto probabilmente il primo pensiero che gli viene alla mente è il girone d'andata dell'anno scorso, quando il ragazzo di Biella, sulla falsariga del resto della squadra guidata prima da Sinisa Mihajlovic e poi da Delio Rossi, giocava male e segnava pure pochissimo. Una situazione frutto principalmente di un depauperamento della rosa cominciato almeno due anni prima, e poi dal clima generale che regnava intorno alla squadra, con una proprietà assente, un d.s. che faceva e disfaceva a suo piacimento, e un gruppo di giocatori composto da molti lavativi. Certo, è innegabile che Gilardino, già nel gennaio 2011, fu ad un passo dal firmare con la Juventus, ma chi al suo posto - non essendo fiorentino di nascita - non avrebbe scelto un miglioramento di carriera, a fronte di un'aria a Firenze divenuta irrespirabile?
Non va però dimenticato che l'attaccante alla Fiorentina ha anche regalato gioie, ed è inevitabile chiudere gli occhi e ricordarsi dei brividi profondi che ci ha fatto venire quella sera all'Anfield Arena di quasi tre anni fa. Da quella notte il club viola ci ha messo due anni a risvegliarsi, e paradossalmente oggi quello che manca alla rosa guidata da Vincenzo Montella è proprio un attaccante come l'Alberto piemontese, capace di finalizzare la gran mole di gioco che il centrocampo, orchestrato da Pizarro, crea. Domenica, per la prima volta da quando è partito, Gilardino tornerà a Firenze, e sarebbe giusto tributargli applausi, perché non ha tradito né si è comportato da non professionista nei suoi anni in viola. Una volta però salutato l'ex bomber, tutti a tifare Fiorentina, perché contro il Bologna dei tanti ex, fra cui Stefano Pioli e Alessandro Diamanti, è obbligatorio tornare a vincere.
Jovetic e compagni hanno ricevuto tanti complimenti fino a qui, ma pochi punti. Se si confronta quanto raccolto da Montella rispetto al bottino di un anno fa con Mihajlovic, le differenze non sono così abissali, mentre a segnare il confine - in positivo per i viola di oggi - è il pubblico, di gran lunga superiore in questa stagione, in virtù dell'ottimo lavoro del club, che ha contribuito a riportare entusiasmo. La Fiorentina però è ancora una creatura in divenire, un fuocherello che ha bisogno di essere alimentato in questo momento più con i punti che con il bel gioco, anche se lo sforzo fatto per dare continuità da parte del tecnico gigliato è encomiabile. Non sarà facile contro i felsinei, da sempre con il dente avvelenato quando vengono al 'Franchi', ma i viola avranno nel motore un El Hamdaoui in più. Peccato invece per il nuovo stop di Aquilani, che fa preoccupare e riflettere su un acquisto che, francamente, si sta rivelando il più deludente di una campagna acquisti forse un po' troppo esaltata al termine dello scorso mese di agosto.