Quando lo scorso fine maggio il presidente esecutivo viola Mario Cognigni, al termine di Lecce-Fiorentina (vittoria che consentì ai gigliati di salvarsi matematicamente dopo un rocambolesco campionato), annunciò che le scelte erano state fatte, ovvero che come d.s. sarebbe arrivato quasi certamente Lele Oriali e come tecnico Claudio Ranieri, l'azionista di riferimento Andrea Della Valle sembrò essere il vero sconfitto dal 'conflitto' sull'idea di squadra futura imbastito con il fratello Diego. E nonostante gli arrivi di Daniele Pradè e di Vincenzo Montella, la sede del ritiro viola di Moena sembrava il luogo più depresso del paese: pochi tifosi, zero arrivi, Jovetic sempre più sul punto di partire, e un tecnico già alle prese con i casi Vargas e Cerci. A quel punto, quasi fosse stato folgorato sulla via di Casette d'Ete, il minore dei fratelli Tod's ha preso a cuore la situazione e ha deciso di dare alla sua Fiorentina meno ragione e più sentimento.
Ripianato quasi per intero, con il primo aumento di capitale da due anni e mezzo a questa parte (venti milioni di euro, mica uno scherzo), il debito della società derivato da un poker di pessime campagne acquisti, Andrea Della Valle ha parlato con Jovetic, convincendolo prima con i fatti (nuovi arrivi di qualità) e poi con le parole a scegliere ancora la Fiorentina, respingendo l'ultimo assalto di Fali Ramadani per la cessione dell'attaccante montenegrino (con un 'no' secco, a quattro giorni dalla chiusura del mercato, davanti ai 30 milioni offerti dalla Juventus), e dando il via al progetto 'piazza pulita' nello spogliatoio. Ma la vera scelta di cuore Andrea Della Valle l'ha fatta chiedendo che venisse riacquistato Luca Toni, indimenticato bomber gigliato fra il 2005 ed il 2007, una volta appurato il voltafaccia di Berbatov e l'impossibilità di acquistare un altro attaccante 'di peso'.
Non calca i campi di calcio da diversi mesi e sembra lontanissimo dai ritmi della serie A, la prima punta di Pavullo sul Frignano, ma può diventare il simbolo della Fiorentina che ha un cuore, molto diversa da quella delle ultime due stagioni, composta da gente poco professionale fuori dal campo e assai deludente sul rettangolo di gioco. Toni è una grossa scommessa, ma anche il simbolo di un'idea: se ti comporti bene nella tua avventura a Firenze, puoi avere una seconda chance. Sarebbe bello se il centravanti tornasse su buoni livelli e si rivelasse utile alla causa Fiorentina, perché vorrebbe dire che nel calcio qualche volta si vince ancora con le idee buone, e non solo con il cinismo e le paccate di milioni di euro.