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    Violamania: scansarsi col Napoli? No, per quell'oscena finale di Coppa Italia

    Violamania: scansarsi col Napoli? No, per quell'oscena finale di Coppa Italia

    • Giacomo Brunetti
    Al gol di Koulibaly, Firenze ha sorriso. Veder perdere la Juventus, da queste parti, fa sempre piacere. Poi, però, dobbiamo guardare in casa nostra e, il grido “scansiamoci”, è un’offesa al calcio e alla memoria. In prima battuta, “perché?”. Un’impresa contro il Napoli potrebbe rilanciare, incredibilmente e per l’ultima volta, le ambizioni europee. È difficile, difficilissimo. Saremo invasi dal colore azzurro. Per questo dobbiamo riempire lo stadio: sarà una battaglia, meglio giocarla effettivamente in casa.

    La speranza di recuperare Badelj c’è, anche se il croato, probabilmente, sarebbe fuori forma. Certo, se devi mettere Cristoforo, forse meglio Badelj fuori forma. Sarà l’ultimo treno per il settimo posto, il Benevento ha servito l’assist sconfiggendo il Milan, riuscendo a lenire le ferite della caduta di Sassuolo. Ma il Napoli arriva come un carro armato, passa sopra e va avanti. Soprattutto perché sabato c’è Inter-Juventus, una partita non facilissima per i bianconeri che, in caso di sconfitta, aumenterebbero pressione ed entusiasmo alla formazione di Sarri. A quel punto l’ostacolo alzerebbe ancor più l’asticella

    Ecco, arriviamo alla volontà, di qualcuno, di scansarci. Per prima cosa chiedo: “A noi qualcuno ci ha mai fatto favori?”. Risposta secca: no. Per niente. Dunque non vedo perché farli agli altri, specialmente quando abbiamo ancora un obiettivo da poter perseguire. E, in ogni caso, non rientra nel nostro DNA. Neanche se fossimo stati dodicesimi senza velleità alcuna.

    E poi c’è quella maledetta finale del 2014. Ma stiamo scherzando? Qualsiasi individuo viola presente, specialmente in Curva, assistette a fatti incommentabili. Incommentabili. Vittime di una violenza gratuita, spettatori inermi di uno spettacolo raccapricciante, dove un mafioso prese possesso di uno stadio mentre fuori era accaduto il finimondo. E i fiorentini immobili, a guardare, “becchi e bastonati”, come si suol dire. Ci venne imposto di non cantare, di non fare coreografie. E poi ci esultarono in faccia, dopo un’ora e mezzo. Dopo aggressioni anche ai nostri danni, senza senso. Mi fermo qui, quella sera fu troppo dolorosa - non in senso sportivo, non solo - per parlarne ancora.

    Proprio per questo: scansarsi mai, anzi, vincere anche per vendicare, in qualche modo, quella sconfitta a Roma. Poteva essere il primo trofeo, fu una partita in cui, scansarsi, divenne praticamente un obbligo.

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