Violamania:| Rossi, ritrova il coraggio
La Fiorentina, al momento di prendere come tecnico Delio Rossi al posto di Sinisa Mihajlovic, doveva sapere che qualcosa a livello difensivo la formazione viola avrebbe concesso rispetto al passato, visto che i dati numerici delle formazioni guidate dal tecnico riminese hanno sempre avuto come costante lo scarso rendimento dei pacchetti arretrati. In una cosa invece eccelle in particolare l'attuale mister gigliato: nell'aver sempre avuto bomber che andavano in doppia cifra durante il campionato, tanto che anche Arrigo Sacchi ha sempre citato come esempio di scuola offensiva italiana proprio Delio Rossi. Il club viola sapeva tutto questo, eppure gli ha messo a disposizione così pochi attaccanti che domenica scorsa contro il Chievo Verona, gli ultimi dieci minuti, nel ruolo di 'prima punta' anomala ha giocato Alessandro Gamberini, di mestiere difensore centrale. Una mossa che ha ricordato quella di Fatih Terim, anche a lui a corto di uomini offensivi nella sua esperienza fiorentina, e che in una sfida di coppa Uefa contro il Tirol Insbruck schierò come attaccante nei minuti finali lo stopper Thomas Repka.
Fra le accuse che vengono mosse a Rossi, oltre alle illazioni (magari non del tutto destituite di fondamento) di avere gran parte dello spogliatoio contro - e visti certi errori nelle ultime partite il sospetto può esserci -, c'è anche e soprattutto il fatto di aver cambiato almeno una decina di moduli nei suoi cinque mesi fiorentini. Premesso che il mercato di gennaio scorso non ha migliorato la rosa viola, visto che a fronte di tre attaccanti partenti - Santiago Silva, Babacar, ma soprattutto Gilardino - è arrivato solo quell'Amauri che certamente non era la prima punta moderna che Rossi aveva chiesto, e che il giovanissimo Zohore dimostra un'indolenza in Primavera che ne rende impossibile la convocazione in prima squadra, va detto che il tecnico è rimasto famoso a Roma (ma anche a Palermo) per la sua 'monotonia' tattica: spesso stesso schema, e stessi uomini, in cinque-sei partite consecutive, perché l'attuale mister viola ha come prerogativa l'attuazione di una continuità tattica. Se a Firenze ha cambiato è perché ha una rosa scarsa, composta da giocatori senza attributi, e perché quest'ultimi, un po' per menefreghismo - molti gli elementi ormai ai titoli di coda - un po' perché impauriti dalla 'caduta libera' in classifica, non stanno dando quanto ci si aspetta da loro.
All’inizio della sua avventura come tecnico gigliato Rossi aveva comunque dimostrato coraggio nelle scelte, con l'esclusione anche di alcuni big e il lancio di giovani comunque volenterosi. Pur comprendendo la voglia, in questo momento di difficoltà, di salvaguardare i cosidetti Under gigliati, da Acosty a Ljajic, passando per Salifu e Nastasic, è giusto sollecitare Delio Rossi a provare il più possibile a tornare se stesso nelle scelte tecnico-tattiche che opera. Ovvero: coraggio e voglia offensiva, anche solo con quello che ha a disposizione, consapevoli che è sicuramente troppo poco per sviluppare al meglio il suo credo calcistico. Ecco perché fin dalla gara di sabato prossimo a Milano, dove il ruolo di favoriti ce l'hanno per forza di cose i rossoneri, Rossi deve provare a giocarsela comunque. Perdere per perdere, come dice il pronostico, sarebbe bello vedere, compatibilmente con gli equilibri tattici e le condizioni fisiche di alcuni giocatori, ad esempio un attacco con Ljajic dietro a Jovetic e Amauri. Se per primo è Delio Rossi a non essere coraggioso nelle scelte, come può infondere tale caratteristica alla sua squadra, che in questo momento è soprattutto impaurita e in una fase di depressione che sembra non finire mai?