Violamania:| Un 'vediamo' che dice tutto
Fossi un dirigente della Fiorentina, e non avessi già assolto a tale compito ieri sera, questa mattina la prima cosa che avrei fatto entrando in sede è alzare il telefono e chiamare nell'ordine il tecnico del Novara Attilio Tesser e soprattutto quello del Cesena Mario Beretta, rivolgendogli, da parte di tutto il mondo viola, un sentito 'grazie' per essersi comportarti, con le rispettive squadre, in maniera estremamente professionale (pur sapendo che assai difficilmente si salveranno dalla retrocessione in serie B a fine stagione), avendo affrontato entrambi negli ultimi otto giorni il Lecce impedendogli di vincere due gare che sulla carta potevano dare agli uomini di Cosmi sei punti. Sì, perché è solo grazie a quei pareggi che la Fiorentina può godere di ancora cinque punti di vantaggio sui salentini. Infatti i viola non solo sono riusciti a farsi raggiungere domenica scorsa da un Genoa 'abbandonato' anche dai propri tifosi, ma ieri hanno offerto l'ennesima prestazione tecnicamente vergognosa, contro un Chievo che ha dato una lezione di calcio, giocando con umiltà e grinta, marchi di fabbrica che dovrebbero contraddistinguere ogni squadra che vuole salvarsi.
La Fiorentina di oggi, come più volte sottolineato anche durante la stagione, è l'esatta emanazione di ciò che viene dalla società. Tanto quest'ultima è confusionaria, poco passionale e soprattutto disorganizzata, così la squadra di calcio è assolutamente penosa e caratterialmente assente sul terreno di gioco. Personalmente imputo pochissime colpe a Delio Rossi, che non avrebbe potuto fare molto di più di quello che sta facendo adesso, essendo riuscito Pantaleo Corvino, lo scorso gennaio, a peggiorare tecnicamente una squadra che andava invece rinforzata. Come puoi pretendere che il tecnico ti dia qualcosa in più, sapendo che ha a disposizione in rosa una sola prima punta, Amauri, che peraltro non segna da un anno esatto; un giocatore, Jovetic, che è rimasto fermo per 12 mesi causa rottura del crociato, e che fra l'altro si sta 'intristendo' ogni giorno di più; e poi un ragazzo che è ancora troppo discontinuo per dirsi un patrimonio calcistico come Ljajic? Ma del resto il club viola pretende di fare da sempre le 'nozze coi fichi secchi', visto che non ha uomini di calcio al proprio interno. In compenso ha un proprietario, Diego Della Valle - l'unico dei due fratelli dotato di carisma -, che detiene il 99% delle azioni viola ma che da oltre un anno non si fa vivo a Firenze; un d.s. che deve essere ancora scelto, dopo la notizia del mancato rinnovo del precedente; e tanti, troppi punti interrogativi sul futuro a medio-breve termine.
Fino a ieri la certezza, soprattutto per i tifosi, si chiamava Stevan Jovetic. Ebbene proprio quest'ultimo, a mia precisa domanda dopo il match di ieri sulla sua reale convinzione di rimanere alla Fiorentina anche l'anno prossimo, ha risposto testualmente: 'Vediamo... Non dipende solo da me. Non sono abituato a pensare ad un domani lontano'. Significa che anche nella testa del montenegrino, come è giusto che sia, visto che è già accaduto a tanti giocatori importanti (da Ujfalusi a Montolivo), stanno sorgendo dei dubbi sulla Fiorentina che verrà. E allora se Jovetic ha dei dubbi, pur chiedendogli (come a tutti i suoi compagni) di salvare la faccia e soprattutto evitare una retrocessione che sarebbe inaccettabile, è giusto che i Della Valle facciano definitivamente chiarezza. O in tempi brevi, oltre a ripianare i debiti di un bilancio che registra al momento oltre trenta milioni di euro di rosso (frutto di due campagne acquisti condotte in maniera pessima), inseriscono figure calcistiche di rilievo nel loro club, e investono nella futura campagna acquisti, o ammettono che la loro esperienza calcistica a Firenze è ormai al capolinea. In quest'ultimo caso, consegnino il club nelle mani del sindaco (che a mio avviso, per quanto è ambizioso politicamente, un'alternativa ai Della Valle può trovarla), chiedano scusa per i tanti troppi errori commessi, e si facciano da parte. Nel frattempo un piccolissimo appello alla città: i giocatori passano, la Fiorentina resta, quindi inghiottiamo i 'bocconi amari', stiamo ancora uniti, e vicini a questi colori fino alla fine del torneo, perché certamente noi, che resteremo qui a difendere la nostra passione, comunque vada a finire il campionato non meriteremmo di retrocedere.