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    Violamania: qualcuno chieda scusa a Neto

    Violamania: qualcuno chieda scusa a Neto

    • Luca Cellini
    C’è un calciatore a cui tante persone che fanno parte del mondo viola dovrebbero oggi chiedere scusa, se non l’hanno già fatto nell’ultimo periodo. Il suo nome è Norberto Murara Neto, che si è dimostrato non solo un grande professionista ma ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, un grande uomo ed un eccellente portiere. Anche nel naufragio dell’Olimpico di Roma contro la Lazio, così come era accaduto prima nelle sfide contro Tottenham, Juventus ed Inter, è stato fra i migliori in campo, addirittura contro i biancocelesti forse l’unico a salvarsi ne naufragio rimediato nella Capitale, dando capacità di saper fare la differenza anche e soprattutto nei momenti difficili.

    Non ha avuto mai la strada in discesa nella sua avventura fiorentina il classe ’88 di Araxa, arrivato in tempi sbagliati, ma con un’intuizione giusta di Pantaleo Corvino, allora d.s. viola, che pur avendo di fatto scoperto questo numero 1 nel profondo Brasile, non aveva ancora chiuso i rapporti con i suoi predecessori di ruolo, e quindi parcheggiando lo stesso Neto per oltre tre anni senza che questi avesse la possibilità di giocare. Poi l’estate del 2013 e la forte volontà di Vincenzo Montella di affidargli la porta gigliata, a dispetto di piazza, critica e maggioranza assoluta dei supporter viola che facevano il tifo per l’arrivo di uno fra Sommers e Julio Cesar. Lì l’errore principale del club: quando si decide di trattenere un giocatore e di dargli fiducia, il rinnovo del contratto deve essere non solo offerto ma concretizzato subito. Lo stesso errore sta avvenendo ad un anno di distanza con Babacar a dimostrazione che la Fiorentina ha ancora adesso un difetto di velocità di azione nella sua operatività.

    Neto, dopo una piccola parentesi negativa della stagione precedente, in cui si era alternato a Viviano, grazie al fantastico apporto di un preparatore dei portieri bravissimo, come Alejandro Rosalen Lopes, si è trasformato in Superman, sfoderando prestazioni sensazionali. Solo che il tempo passava ed il prolungamento non arrivava, con forzatura incredibile proprio nella tempistica quando i buoi erano già scappati dal recinto, ovvero ad inizio di quest’anno. Come era avvenuto prima con Montolivo ed in parte anche con Ljajic, si usano a quel punto termini, modi e parole sbagliate da parte di una fetta della società che vuol far passare Neto come un traditore ed un irriconoscente. Al gioco stanno molti, se non tutti i giornalisti di Firenze, che pur di ingraziarsi la maggioranza dei tifosi, e soprattutto il club, creano una macchina del fango sul brasiliano, favorendo la promozione di Tatarusanu ma anche non raccontando a dovere di una spaccatura all’interno della Fiorentina fra spogliatoio e proprietà, esplicata dalle parole di uno dei suoi leader, Pizarro, nel post gara contro il Parma.

    Il calcio però è strano e proprio il rumeno, che stava facendo bene, ma non benissimo come qualcuno raccontava, si infortuna e tocca di nuovo a Neto. Sospetti e cattivi pensieri agitano la vigilia della gara di ritorno contro il Tottenham di quasi due settimane fa, con l’ex ragazzo prodigio dell’Atletico Paranaense che, complici rumor di mercato, già lo danno come futuro juventino, e dunque come possibile traditore. Oggi davanti a certe riflessioni fatte da tanti a Firenze, parole senza senso, su chi decida nel calcio di non rinnovare che debba per forza essere uno che inganna o crea danni, viene da sorridere amaramente stanti gli interventi prodigiosi di Neto anche e soprattutto nelle ultimissime gare. Come la Fiorentina, in quanto società, ha sbagliato tempi e modi di condurre la trattativa per il rinnovo del sudamericano cresciuto nel Cruzeiro, così la realtà viola è stata sua complice. Può darsi che l’anno prossimo l’attuale numero 1 gigliato farà panchina, ovunque esso decida di giocare, o non diventerà mai un portiere fenomenale. Ma con le sue parate, davanti allo scetticismo e all’esitazioni di chi non ne conosce le qualità umane, ha zittito tanti, per non dire tutti. Oggi chiedergli scusa sarebbe un gesto che chi gli ha mancato di rispetto dovrebbe aver già fatto, se fosse onesto intellettualmente. Il sospetto che ciò non accadrà, sembra ahimè quasi una certezza. Ecco perché Neto quando lascerà Firenze lo farà a testa alta, a differenza di chi ha titubato davanti a lui per farlo rinnovare e di chi ha fatto lo stesso nel credere che fosse un mercenario come alcuni suoi colleghi calciatori.
     

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