AFP/Getty Images
Violamania: i tifosi attaccano Pioli, ma il problema della Fiorentina è un altro
Dopo il fischio finale di Frosinone - che, più o meno, coincide con la rete di Pinamonti - il popolo viola si è riversato in commenti che hanno messo nel mirino l'allenatore. Stefano Pioli è stato posizionato sulla graticola, criticato. A lui sono imputati l'assenza di un gioco, le quattro rimonte patite consecutivamente e la mancanza di quattro punti che, sulla carta, dovevano essere fatti propri, ovvero quelli con Cagliari e, appunto, Frosinone.
Tante le critiche, smussate passato il momento a caldo. Il tecnico rimane comunque nel mirino dei tifosi, che hanno però corretto il tiro, sebbene siano iniziati i sondaggi nell'ambiente per un ipotetico successore. Un'ipotesi alquanto lontana e improbabile. Primo perché immotivata, secondo perché la Fiorentina e la proprietà, in questo momento, hanno l'esonero di Pioli all'ultima casella degli impegni. L'uomo giusto per loro, per Firenze. Specialmente a livello umano e comunicativo. E poi, in silenzio, lavora con ciò che gli danno, senza pretendere più di tanto. Una dote non comune.
I fiorentini hanno puntato il dito contro il loro mister, reo di non aver dato un gioco alla squadra. In effetti, la sensazione di squilibrio e scarsa lucidità tattica pervade in certe situazioni - specialmente nel secondo tempo con il Frosinone - e la sterilità in fase offensiva è stata ricondotta a ciò. E altresì vero che, riprendendo i dati snocciolati dal tecnico nella conferenza stampa dopo il Frosinone, emerge un dato allarmante: la squadra ha prodotto nell'ultima sfida, mettendo a referto ventuno tiri, ma solamente uno è entrato in porta, il più debole, peraltro. Sintomo, dunque, che se l'allenatore ha palesato dei limiti, è stato tradito anche dai singoli, i più attesi e coloro che avrebbero dovuto fare la differenza. Eccezion fatta per Chiesa e Veretout - da spostare in avanti il prima possibile - gli altri stanno steccando, immersi nelle loro crisi. E non può essere solo colpa di Pioli.
Tante le critiche, smussate passato il momento a caldo. Il tecnico rimane comunque nel mirino dei tifosi, che hanno però corretto il tiro, sebbene siano iniziati i sondaggi nell'ambiente per un ipotetico successore. Un'ipotesi alquanto lontana e improbabile. Primo perché immotivata, secondo perché la Fiorentina e la proprietà, in questo momento, hanno l'esonero di Pioli all'ultima casella degli impegni. L'uomo giusto per loro, per Firenze. Specialmente a livello umano e comunicativo. E poi, in silenzio, lavora con ciò che gli danno, senza pretendere più di tanto. Una dote non comune.
I fiorentini hanno puntato il dito contro il loro mister, reo di non aver dato un gioco alla squadra. In effetti, la sensazione di squilibrio e scarsa lucidità tattica pervade in certe situazioni - specialmente nel secondo tempo con il Frosinone - e la sterilità in fase offensiva è stata ricondotta a ciò. E altresì vero che, riprendendo i dati snocciolati dal tecnico nella conferenza stampa dopo il Frosinone, emerge un dato allarmante: la squadra ha prodotto nell'ultima sfida, mettendo a referto ventuno tiri, ma solamente uno è entrato in porta, il più debole, peraltro. Sintomo, dunque, che se l'allenatore ha palesato dei limiti, è stato tradito anche dai singoli, i più attesi e coloro che avrebbero dovuto fare la differenza. Eccezion fatta per Chiesa e Veretout - da spostare in avanti il prima possibile - gli altri stanno steccando, immersi nelle loro crisi. E non può essere solo colpa di Pioli.