Violamania:| 2011, non dimentichiamolo
Dalla fuga di Mutu dallo spogliatoio, alla vigilia della trasferta di Bologna, fino al viaggio di Cerci per il ‘rogito’ della casa da Formentera, passando per il ribaltamento con la macchina a Piazzale Michelangelo di Vargas, con il cugino, alle tre di notte, senza dimenticare le serate in discoteca fino a tarda ora dei vari Lazzari, Pazzagli e Adem Ljajic o ai viaggi Milano-Firenze, andata e ritorno di Kharja. Il 2011 della Fiorentina è stato ‘strepitoso’ fuori dal campo, con una serie di episodi infiniti di indisciplina comportamentale che, hanno reso protagonisti praticamente quasi tutti i tesserati viola, per cose in realtà per cui bisognerebbe vergognarsi, visto che sono professionisti lautamente e regolarmente pagati. Tutto questo è avvenuto oltre il terreno di gioco, ma non è che al suo interno le cose siano andate meglio, anzi. La squadra viola, dagli intoccabili Gamberini a Gilardino, dai Munari fino ai Santiago Silva, ha collezionato una serie di prestazioni talmente scadenti, che gli ultimi dodici mesi sono stati come un lungo film noiosissimo, tipo la proiezione della ‘Corazzata Potemkin’ per il ragionier Fantozzi, di cio’ che era successo da metà 2010 in poi. E sempre citando un film, il tifoso viola farebbe ‘cosa buona e giusta’ a fare come il personaggio interpretato da Jim Carrey in ‘Se mi lasci ti cancello’, e farsi ‘riformattare’ il cervello, togliendo ogni singolo ricordo di questo 2011, ma non dai pochissimi pensieri positivi, ma dai tantissimi, troppi, infiniti, negativi, su ogni fronte del mondo viola.
Ed invece, paradossalmente, gli ultimi 365 giorni non vanno dimenticati da nessuno dei protagonisti della Fiorentina, dirigenti, giocatori e tifosi, perché quello che è andato in scena è stato talmente tanto brutto, che, per non ricadere in tentazione, è bene imparare dagli infiniti errori fatti, per non ripeterli piu’ in futuro. Il 2011 è stata la prosecuzione in peggio degli ultimi 9 mesi dell’anno precedente, e tutto è facilmente, ma anche inevitabilmente riconducibile alla ‘sparizione’ dai vertici societari del club viola dei fratelli Della Valle. Il minore degli imprenditori del marchio Tod’s, Andrea, ci ha messo l’animo del tifoso, ma non ha personalità e carattere per imporsi su un gruppo di dirigenti prima, e di giocatori poi, che non hanno capito che la mentalità ed il comportamento di chi ha alle spalle un gruppo come la famiglia Della Valle, deve basarsi su disciplina, voglia di lottare, lavorare ed essere di esempio. Quello che però piu’ è mancato in casa Fiorentina nell’ultimo anno è Diego Della Valle, che è il ‘vero bomber’ del club gigliato, allontanatosi mentalmente e fisicamente da Firenze, lui che piu’ di ogni altro avrebbe tutto, soldi, ma anche morale e carisma per far risorgere tutto il mondo gigliato.
Fino a quando lui non tornerà ad interessarsi delle cose giornaliere che accadono in città nella sua azienda, e inserirà gente fresca e motivata nell’organigramma societario, i risultati sul campo difficilmente volgeranno al positivo.
I presupposti per ripartire al meglio nel 2012 sono dunque difficilmente da pensare in positivo. Ma i tifosi viola hanno dimostrato altresì che basta poco per riaccenderli, come in quella sera in cui è arrivato un nuovo allenatore. Quello attuale, Delio Rossi, che sembra avere maggior feeling con la piazza, semplicemente perché sa innanzitutto dialogare con chi ama i colori viola, e perché è un maestro di campo, cosa che i supporters gigliati hanno sempre amato in chi siede sulla panchina della Fiorentina. Un club che è cresciuto soprattutto nel proprio settore giovanile, e se sono importantissimi i successi della Primavera sia di Buso che di Semplici, in Coppa Italia e Supercoppa di categoria, e dei Giovanissimi di Federico Guidi, le soddisfazioni piu’ grosse vanno segnalate nella faccia di Michele Camporese, uno portato nove anni fa da Ilario Saturni e Leandro Leonardi, con la supervisione di Giovanni Galli e che ha saputo marcare gente come Del Piero e Ibrahimovic, in Marco Augusto Romizi, che come il classe ’92 sopracitato, ha difeso la maglia dell’Under 21 con il viola nel cuore, insieme a tanti altri giovani gigliati, o in Ashong e Salifu, ragazzi che Firenze ha apprezzato per umiltà e voglia di emergere. Le speranze maggiori però per il futuro si chiamano Nastasic, Behrami e Jovetic. Il primo è il futuro in difesa, il secondo è la grinta ed il cuore che tutti quelli che indossano la Fiorentina dovrebbero mettere dentro e fuori dal campo, ed il terzo è l’esempio professionale ed il talento che fa illuminare gli occhi ai tifosi. Questi tre rappresentano il sogno in viola che le cose possano cambiare, se si torna a fare calcio con serietà. ‘Basta poco’ amava ripetere Cesare Prandelli nei tempi d’oro. Un qualcosa di talmente vero anche adesso, che sembra quasi banale, ma sincero da dire.