Calciomercato.com

  • Getty Images
    Violamania:| Meglio che una vittoria

    Violamania:| Meglio che una vittoria

    Da una parte una squadra che è a regime già da tre anni, che tanto assomiglia a quella Fiorentina guidata da Cesare Prandelli, in cui cambiavano interpreti e moduli ma difficilmente il risultato finale si rivelava negativo. Dall'altra un progetto, un tecnico e praticamente una squadra per intera completamente nuovi, in cui gli arrivi fondamentali sono giunti negli ultimi giri di lancette del mercato, e due anni alle spalle completamente da cancellare. Finisce 2-1 per il Napoli la sfida del San Paolo ma, non passi per una bestemmia calcistica, per la Fiorentina la serata di ieri è stata meglio che una vittoria. A casa i tre punti se li porta la squadra più rodata, preparata atleticamente e anche un bel po' fortunata, ma sono tantissimi i segnali positivi dalla notte partenopea che devono far ben sperare per il futuro tanto i giocatori quanto Vincenzo Montella ed i tifosi.

    Innanzitutto il primo tempo che, seppur disputato - come il resto della partita - su un campo infame, ha visto i gigliati dominare la scena, con almeno un paio di buone chance a firma El Hamdaoui e Cuadrado. Poi i nuovi arrivi, con una linea mediana, ancora priva di Aquilani fermo per infortunio, che ha dominato sull'alta qualità del centrocampo del Napoli, in cui è spiccata, oltre al colombiano, anche la saggia regia di Pizarro. E infine - non sia banale la considerazione - Stevan Jovetic, che è già al terzo gol in due partite, e purtroppo, anche per una serie di incastri di mercato mancati (non certo per colpa sua), dovrà 'cantare e portare la croce' da qui a gennaio. Negli ultimi due anni la Fiorentina aveva portato a casa dal San Paolo un punto che sapeva di beffa, per il dominio territoriale che aveva lasciato sempre intravedere. Stavolta viene sconfitta, ma il progetto sembra più a lungo termine e meglio organizzato.
     
    Arrabbiarsi per questi zero punti raccolti nel secondo turno sarebbe un atto di autoflagellazione inutile. Montella ha bisogno di tempo e lavoro, e molto probabilmente la sua vera squadra si vedrà da novembre in poi. Non è colpa del tecnico se chi lo ha preceduto ha azzerato tecnicamente una squadra che soltanto due anni e mezzo fa dominava la scena anche in Europa. Dando voto 10 alla campagna acquisti, il mister si è esposto come garante del progetto, e se fallirà o ci sarà uno slittamento nello sviluppo della sua idea tecnico-tattica, se ne assumerà la responsabilità, Ma il grande lavoro della società sul mercato e il grande sforzo economico (da non dimenticare i 20 milioni messi a bilancio per ripianare i conti) meritano fiducia. E quest'ultima non può certo essere azzerata da una sconfitta che è molto più bugiarda di quanto non dica il punteggio. 

    Altre Notizie