Violamania:| La doppietta di Montolivo
Ci sono voluti undici mesi, tante sconfitte amare, pomeriggi grigi, veleni ed avvenimenti che ad un tifoso della Fiorentina converrebbe quasi farsi eliminare dalla mente - come Jim Carrey in 'Se mi lasci ti cancello' -, se non fosse che anche dalle esperienze negative si impara, ma alla fine è tornata la vittoria in trasferta. E proprio a forza di sbagliare, Sinisa Mihajlovic - che la scorsa estate dopo aver guidato al massimo un go-kart si è ritrovato ad avere fra le mani una Ferrari - ha dato dimostrazione di qualche sua dote da tecnico che 'si farà'. Una sensazione dimenticata, quella dei tre punti lontano dal Franchi, e provata da tutti i tifosi viola ieri, poco dopo il pranzo domenicale, che visti i precedenti sia con l'Atalanta due anni fa che quest'anno converrebbe quasi scegliere come collocazione oraria fissa dei match della Fiorentina.
Ho criticato la scelta del tecnico gigliato la scorsa estate, perché lo ritenevo impreparato a dover gestire uno spogliatoio che era 'allo sbando', colpevole quest'ultimo di aver delegittimato (insieme alla società) l'ex tecnico, e che andava rimodellato e rimotivato. Mihajlovic ha fatto improvvide dichiarazioni di obiettivi da raggiungere a fine stagione, ed ha aggiunto un aziendalismo (di facciata) che rasentava il servilismo, mettendo in campo una squadra priva sempre del proverbiale carattere annunciato, e di gioco. Gli infortuni, pesanti, con cui si è dovuto confrontare, non sono giustificabili per un rendimento troppo incerto, e per l'insufficiente apporto che ha dato alla sua rosa. Che avesse dalla sua parte lo maggioranza dello spogliatoio non era un'attenuante ma, proprio perché non si vedeva lo straccio di un gioco, quasi un'aggravante.
Poi piano, piano, uscendo fuori dal personaggio che si è costruito, ha abbassato i toni, eliminato le dichiarazioni ad effetto - pur sempre con qualche eccesso -, ha capito che la rosa a sua disposizione è mal costruita e priva di alternative, oltre che con dei 'doppioni' comprati ingiustificatamente, e sta facendo vedere che, come si dice a Firenze, non è un bischero. L'errore più grosso oggi - ed è un timore fondato che ho - è che rispuntino fuori quei tifosi e quegli opinionisti che predicano il buonismo a prescindere verso la politica tecnica e societaria. La classifica della Fiorentina ancora è ben lontana dall'essere accettabile, visto il monte stipendi e le qualità positive della rosa gigliata. La prima vera partita di quasi 90 minuti la si è vista a febbraio.
Mihajlovic, che ha grandi meriti per aver disegnato ieri una squadra che finalmente sfrutta a pieno il suo potenziale - ci voleva tanto a mettere un altro al fianco del Gila, ed un trequartista? -, per essere riconfermato dovrà dare prova di continuità, non solo di risultati ma anche di gioco, soprattutto contro squadre dello stesso livello dei viola. Sarebbe una giornata solo celebrativa, e quindi la tentazione è forte nel dire ad alta voce quanto è bravo il Michele Camporese visto alla 'Favorita', quanto è bella la Fiorentina a trazione offensiva, e quanto cuore finalmente, in una gara in trasferta. Ma l'aspetto determinante che voglio sottolineare sono le parole di Montolivo a fine gara.
Il capitano, in un centrocampo disegnato intorno a lui, come un anno fa nella posizione di regista, non ha solo fornito assist e colpito un palo, ma ha anche segnato due gol. Il primo, quello finale del 4-2, ha chiuso la partita per la sua squadra. Il secondo a fine partita, quando ha detto che il suo unico intento per il futuro è 'quello di giocare in una Fiorentina competitiva. Ed oggi (ieri, ndr) lo è stata'. I dubbi sul futuro di Montolivo sono più che legittimi. Non è un caso che, la tanto proverbiale campagna acquisti estiva, quella che sarebbe servita per rinforzare la squadra nei reparti ancora oggi non del tutto coperti, sia stata sonoramente bocciata ieri a Palermo, visto che tredici milioni di euro spesi, fra D'Agostino e Cerci, doppioni inutili, al 'Barbera' sono stati schierati fra panchina e tribuna.
Ogni tanto chiedere scusa per gli errori commessi sarebbe un grande segno d'umiltà da parte di qualcuno in società. Sperarci però è assolutamente inutile, e allora adesso prepariamoci a rovinare la festa all'Inter, con un Mihajlovic speriamo sempre meno aziendalista e che forse ha incominciato veramente a saper guidare al meglio la sua Fiorentina, per un finale di stagione in cui non bisogna fare voli pindarici di classifica, ma chiedere che sia quantomeno dignitoso, per riconquistare quei tifosi, delusi anche da questi undici mesi senza vittorie esterne, fatti di pochi fatti e troppe parole.