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Violamania: un mercato completo, ma con qualche incongruenza
La verità sta nel mezzo. Anche quando si parla del mercato estivo della Fiorentina. Perché al netto di una rosa rinforzata, alcune dinamiche stridono. Solo il tempo darà il proprio verdetto. Un dato da osservare, però, è quello riguardante la forbice europea: perché il Milan si è smarcato dal secondo gruppo, mettendo nel mirino il quarto posto, e il suddetto insieme si è allargato e rinforzato, confermandosi e resistendo all'assalto ai pezzi pregiati.
In tal senso, anche la società viola ha alzato il muro, difendendo i propri patrimoni, in particolare Chiesa. Sembra tutto rimandato di un anno, ma tant'è. Sono stati fatti dei compromessi per arrivare a calciatori che potessero innalzare il tasso tecnico, Gerson e Pjaca su tutti. L'unico rinforzo per l'undici titolare legato indissolubilmente a Firenze dal contratto è Lafont, un portiere affidabile nonostante la giovane età ed esplosivo, come testimoniato dal precampionato. Il croato e, ancor di più, il brasiliano, invece, sono di passaggio: nel limbo tra la speranza di non doversi rammaricare e quella di esultare per tutta la stagione insieme a loro.
In compenso, però, le riserve più sostanziose - eccezion fatta per Mirallas e Edimilson - sono state acquistate a titolo definitivo, per una somma che si aggira intorno ai 9 milioni di euro. Una buona fetta dell'economia viola, che ha portato l'attuale disavanzo - che dovrà essere pareggiato dagli esuberi - a 15 milioni. Hancko, Norgaard e Ceccherini, di cui i primi due con una potenzialità da maglia titolare. Sono le incongruenze, almeno sulla carta, che caratterizzano il mercato: anche molti giovani sono stati pagati come giocatori fatti, deludendo poi le aspettative. Spesso è stato criticato questo modus operandi, quello di utilizzare talvolta discutibilmente il tesoretto. Maganjic, ad esempio, fu una sorta di assegno per la permanenza di Kalinic; Zekhnini, invece, ha deluso per sue lacune, specialmente quella linguistica. Aspettando Vlahovic, attualmente il vice-Simeone.
Sì, il serbo sarà la prima riserva del centravanti. Concorrenza azzerata per l'argentino, con il classe 2000 che cercherà di mettersi in mostra negli scampoli di partita a sua disposizione. La scelta è stata chiara: Vlahovic è pronto e vogliamo farlo crescere tra noi. Potrebbe rivelarsi un azzardo - Thereau è in partenza, la Fiorentina lo regala - ma anche una mossa in grado di dotare i gigliati di un pronto successore di 'Gio', osservato sul mercato già questa estate.
Se la difesa è completa e l'attacco fa sognare, il centrocampo apre gli interrogativi. Nel sostituire Badelj, la strategia è stata tardiva. Da mesi il croato aveva espresso la propria decisione e un ripensamento era contro ogni pronostico, nonostante le flebili aperture. Snobbati profili italiani per costi eccessivi, il prescelto è stato Norgaard, che nelle amichevoli ha dimostrato di essere come il Badelj, ma il "primo" fiorentino, quello pieno di incongruenze tattiche e tecniche. Pioli proverà a fidarsi, complice la squalifica di Veretout per le prime due gare di campionato, mettendolo in ballottaggio con Dabo. Ma, al suo ritorno, Veretout non farà prigionieri e si prenderà la maglia da titolare. Sarebbe stato utile - e provoca invidia il primo gol segnato all'esordio con l'Atalanta - avere in rosa Mario Pasalic: il rapporto con l'agente (lo stesso di Pjaca) non è bastato, è intervenuto il Chelsea che ha fatto valere i propri buoni uffici.
Negli ultimi giorni - a meno della partenza di Dragowski, oggetto misterioso, che chiederebbe un altro secondo portiere - Corvino sarà a Milano per trattare le uscite. Gli esuberi sono tanti, e soprattutto è stato speso tanto per portarli a Firenze. Per molti, la minusvalenza è sicura. Certo, quest'oggi il DG viola non ripeterebbe la frase "se non conoscete Olivera è un problema vostro", così come penserebbe due volte a trattare Saponara con l'Empoli. Tentativi andati male: ora, però, occorre porre rimedio. Su loro, come nel caso di Cristoforo ed Eysseric, ma la lista è lunga.
In tal senso, anche la società viola ha alzato il muro, difendendo i propri patrimoni, in particolare Chiesa. Sembra tutto rimandato di un anno, ma tant'è. Sono stati fatti dei compromessi per arrivare a calciatori che potessero innalzare il tasso tecnico, Gerson e Pjaca su tutti. L'unico rinforzo per l'undici titolare legato indissolubilmente a Firenze dal contratto è Lafont, un portiere affidabile nonostante la giovane età ed esplosivo, come testimoniato dal precampionato. Il croato e, ancor di più, il brasiliano, invece, sono di passaggio: nel limbo tra la speranza di non doversi rammaricare e quella di esultare per tutta la stagione insieme a loro.
In compenso, però, le riserve più sostanziose - eccezion fatta per Mirallas e Edimilson - sono state acquistate a titolo definitivo, per una somma che si aggira intorno ai 9 milioni di euro. Una buona fetta dell'economia viola, che ha portato l'attuale disavanzo - che dovrà essere pareggiato dagli esuberi - a 15 milioni. Hancko, Norgaard e Ceccherini, di cui i primi due con una potenzialità da maglia titolare. Sono le incongruenze, almeno sulla carta, che caratterizzano il mercato: anche molti giovani sono stati pagati come giocatori fatti, deludendo poi le aspettative. Spesso è stato criticato questo modus operandi, quello di utilizzare talvolta discutibilmente il tesoretto. Maganjic, ad esempio, fu una sorta di assegno per la permanenza di Kalinic; Zekhnini, invece, ha deluso per sue lacune, specialmente quella linguistica. Aspettando Vlahovic, attualmente il vice-Simeone.
Sì, il serbo sarà la prima riserva del centravanti. Concorrenza azzerata per l'argentino, con il classe 2000 che cercherà di mettersi in mostra negli scampoli di partita a sua disposizione. La scelta è stata chiara: Vlahovic è pronto e vogliamo farlo crescere tra noi. Potrebbe rivelarsi un azzardo - Thereau è in partenza, la Fiorentina lo regala - ma anche una mossa in grado di dotare i gigliati di un pronto successore di 'Gio', osservato sul mercato già questa estate.
Se la difesa è completa e l'attacco fa sognare, il centrocampo apre gli interrogativi. Nel sostituire Badelj, la strategia è stata tardiva. Da mesi il croato aveva espresso la propria decisione e un ripensamento era contro ogni pronostico, nonostante le flebili aperture. Snobbati profili italiani per costi eccessivi, il prescelto è stato Norgaard, che nelle amichevoli ha dimostrato di essere come il Badelj, ma il "primo" fiorentino, quello pieno di incongruenze tattiche e tecniche. Pioli proverà a fidarsi, complice la squalifica di Veretout per le prime due gare di campionato, mettendolo in ballottaggio con Dabo. Ma, al suo ritorno, Veretout non farà prigionieri e si prenderà la maglia da titolare. Sarebbe stato utile - e provoca invidia il primo gol segnato all'esordio con l'Atalanta - avere in rosa Mario Pasalic: il rapporto con l'agente (lo stesso di Pjaca) non è bastato, è intervenuto il Chelsea che ha fatto valere i propri buoni uffici.
Negli ultimi giorni - a meno della partenza di Dragowski, oggetto misterioso, che chiederebbe un altro secondo portiere - Corvino sarà a Milano per trattare le uscite. Gli esuberi sono tanti, e soprattutto è stato speso tanto per portarli a Firenze. Per molti, la minusvalenza è sicura. Certo, quest'oggi il DG viola non ripeterebbe la frase "se non conoscete Olivera è un problema vostro", così come penserebbe due volte a trattare Saponara con l'Empoli. Tentativi andati male: ora, però, occorre porre rimedio. Su loro, come nel caso di Cristoforo ed Eysseric, ma la lista è lunga.