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    Violamania: la Fiorentina in Europa sa solo vincere. E Cabral deve giocare sempre

    Violamania: la Fiorentina in Europa sa solo vincere. E Cabral deve giocare sempre

    • Filippo Caroli
    L’ultima sconfitta della Fiorentina risale al 12 febbraio scorso, quando i Viola persero a Torino per 1 a 0 contro la Juve che andò a segno con Rabiot. Da quel giorno, sembra davvero cambiato il mondo per la viola che, fra coppa e campionato, ha trovato 5 vittorie ed un pari (quello con l’Empoli) nelle successive 6 partite. Numeri di tutto rilievo che hanno rilanciato Biraghi e soci verso un finale di stagione che può regalare grosse soddisfazioni a tutta la piazza fiorentina. E la vittoria di ieri sera maturata sul Sivasspor rappresenta il settimo trionfo europeo consecutivo per la squadra allenata da Vincenzo Italiano. Non male per un gruppo di ragazzi che usciva dal Franchi sotto una bordata di fischi solamente un mese fa nel match perso col Bologna.

    FILOTTO - Insomma, con la settima vittoria di fila (record storico per il club di Viale Fanti) viene quasi naturale dire che la Fiorentina in Europa sappia solo vincere, al netto di avversari non propriamente irresistibili e di una partita, quella di ieri, che si è rivelata più complicata del previsto. Sì perché la viola, dopo un inizio arrembante che ha fatto pregustare la goleada, si è incagliata in qualche leziosità di troppo che ha fatto riaffiorare l’antico vizio della poca incisività sotto porta. E sia Jovic che Bonaventura hanno qualcosa da rimproverarsi proprio in questo senso. E per fortuna che ci ha pensato il subentrato Barak a togliere le castagne dal fuoco col suo quarto gol in Conference League stagionale. Un risultato positivo, ma che non può lasciare pienamente soddisfatti né tranquilli in vista del ritorno che si giocherà la prossima settimana a Sivas.

    CAPITOLO PUNTA - E veniamo a Jovic, che abbiamo citato poco fa. Il serbo ha decisamente steccato dopo il gol dirompente che aveva schiantato il Milan sabato scorso. Di fatto, dopo l’occasione capitatagli in avvio di gara e spedita addosso a Vural, non si è praticamente più visto. E l’atteggiamento ai limiti della sufficienza visto in campo stride particolarmente con chi invece è entrato dalla panchina: Arthur Cabral. Il brasiliano, come sempre gli capita, si è messo al servizio della squadra dopo il gol segnato muovendosi su tutto il fronte d’attacco, subendo falli e proteggendo il pallone. È in fiducia, lo sa e si vede. In questo momento, al di là della conclusione sbucciata nel finale, è un imprescindibile per la squadra allenata da Vincenzo Italiano. Con buona pace di Luka Jovic.

     

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