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    Violamania: in quattro giorni non si possono fare miracoli

    Violamania: in quattro giorni non si possono fare miracoli

    • Giacomo Brunetti
    Vincenzo Montella lo aveva reso chiaro fin dalla prima uscita pubblica come nuovo allenatore della Fiorentina: “Non posso stravolgere, solo prendere alcuni accorgimenti. Non abbiamo tempo per concederci di pagare dazio a causa dei cambiamenti”. Proprio per questo, il sedicesimo pareggio stagionale della Viola è una striscia che continua dai risultati di Stefano Pioli: i giocatori sono quelli e l’Aeroplanino, in neanche cinque allenamenti, non poteva fare miracoli. L’attenzione, sebbene si professi di seguire partita per partita, è da tempo al ritorno di Coppa Italia contro l’Atalanta: arrivare a Bergamo in condizioni positive mentalmente e fisicamente è il primo obiettivo delle prossime due settimane scarse.

    La nuova Fiorentina di Montella è stata da due facce. Camaleontica nella prima frazione, quando un 4-4-2 pronto a diventare 4-2-3-1 ha tenuto Chiesa lontano dalla porta, regalando profondità a Simeone e, in modo compatto, ha respinto qualsiasi attacco del Bologna; più spregiudicata nel secondo tempo, con un 4-3-3 puro e una pressione costante sull’avversario. È mancato il gol, non la voglia d’incidere. “Anche troppa”, visto lo svarione finale che poteva costare caro. Con Chiesa più avanzato, a beneficiarne è stato anche Muriel, fermato da Skorupski e dal palo. Bene la difesa, con Pezzella ‘alla Gonzalo Rodriguez’, mentre il centrocampo deve ancora trovare la giusta alchimia: bene Dabo, incolore Gerson. In attesa di ritrovare Benassi. Nota negativa, poi, Veretout: troppo restio al rischio, qualche passaggio all’indietro di troppo ed errori ingenui che potevano costare cari.

    A tenere banco la contestazione della Curva Fiesole durante i primi quarantacinque minuti: settore quasi vuoto e cori contro i Della Valle. All’ingresso in campo, applausi per il ritorno di Montella. Nel secondo tempo, cori e striscioni per ringraziare il dimissionario Pioli. Dopo i primi sprazzi contro il Bologna, resta da capire come l’allenatore vorrà impostare una squadra che sogna di infrangere la maledizione che, nel 2014, tolse i sogni di gloria in Coppa Italia. Con l’Atalanta servirà gettare il cuore oltre l’ostacolo.

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