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    Violamania: in equilibrio sopra la follia. Dabo come Mutu?

    Violamania: in equilibrio sopra la follia. Dabo come Mutu?

    • Giacomo Brunetti
    Con il cuore, stavolta questa affermazione calza a pennello. Speriamo che ‘Marassi’ si riveli, ancora una volta, il teatro delle rimonte europee. Ci pensò Adrian, nel 2009, con una tripletta che valse la Champions League: chissà che la zampata di Bryan non possa valere l’Europa League. Il cammino è ancora lungo, nonostante manchino due partite, perché nella prossima giornata c’è Atalanta-Milan e all’ultima ci aspetta lo scontro di San Siro. E prima c’è il Cagliari, affamato di salvezza.

    Pensiamo al presente, celebriamo una squadra capace di andare oltre. Ormai è la normalità, questa straordinaria follia sulla quale viaggiamo. Pazzi fino al midollo, capaci di riprendere ciò che sembrava tristemente sfumato dopo l’uno-due del Genoa. Contenti per ‘Pepito’, tornato al gol dopo quattro anni: avrebbe potuto scegliere un altro giorno, siamo d’accordo, ma alla fine siamo rimasti tutti contenti. Lui per la rete, noi per i tre punti. Una divisione da vecchi innamorati.

    Quando Pioli ha tolto Badelj ho avuto i brividi. Rossi ci ha puniti, poi fortunatamente ha abbandonato il campo anche uno spento Saponara e, nonostante il raddoppio di Lapadula, le seconde linee ci hanno tirato fuori dai problemi. Ancora una volta siamo riusciti a stupirci. Tutte le massime di retorica, in questo momento, sono reali e applicabili alla concretezza degli eventi.

    È stata una gara strana, inizialmente difficile: Ballardini aveva eretto un muro, noi faticavamo a penetrarlo con qualsiasi metodo, al netto di una lentezza e di alcuni errori individuali che ci inchiodavano sulla mediocrità. Il gol di Benassi ha squarciato la trama, costringendo il Genoa ad aprirsi un po’ nel secondo tempo. L’espulsione ha dato una grossa mano, ribaltare il risultato era un compito comunque arduo, soprattutto dal punto di vista mentale. Proprio questa è la forza, di chi è in campo e di chi subentra.

    Probabilmente, da fuori, è difficile comprenderci. Così come non è stato facile superare alcuni momenti durante questa stagione. E per questo non ci capire, non immaginate. Anche l’alchimia che si è creata non è comprensibile da chi non vive dentro le tinte viola. Adesso dobbiamo fare l’ultimo passo: centottanta minuti per un sogno, per scrivere la Storia.

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