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Violamania: il rigore di Caicedo è inventato, il rosso a Bastos sacrosanto, a cosa serve il Var?
La Fiorentina di Beppe Iachini, dopo il deludente pareggio contro il Brescia, scende in campo all’Olimpico di Roma per affrontare la Lazio in una gara bella e ben giocata, che l’ha vista però uscire con 0 punti. Non è però il risultato a lasciare l’amaro in bocca ai viola, ma il modo in cui i più quotati biancocelesti hanno raggiunto il successo. Un rigore pressoché inventato, arrivato dopo un mancato cartellino rosso solare hanno impedito alla squadra viola di uscire con almeno un punto dalla capitale, facendo riaffiorare tutte quelle polemiche arbitrali che il Var avrebbe dovuto cancellare, ma che non fa altro che acutizzare.
MAGO RIBERY - Il protagonista in positivo in casa Fiorentina è stato nuovamente Franck Ribery, vero trascinatore dei suoi e autore di un gol da vero campione, dopo aver saltato con facilità tutta la difesa della Lazio e aver infilato Strakosha sul suo palo. Tutta la Viola però ha disputato un’ottima gara, fatta di grinta, pressing e ripartenza, con la squadra di Iachini che in più occasioni ha sprecato la palla dello 0-2, colpendo anche una clamorosa traversa con Ghezzal, inserito a sorpresa tra i titolari ed autore di una prova molto positiva. Iachini, però, anche stavolta non è stato impeccabile nella gestione dei cambi, lasciando il fianco scoperto agli attacchi dei biancocelesti sul finale di gara. Macchia nella gara dei viola è stata sicuramente la prestazione di Dusan Vlahovic, che ha rimediato un cartellino rosso dopo una gomitata veramente ingenua.
CAICEDO - Le note dolenti, che hanno completamente cambiato l’inerzia della gara, sono state però due. La prima è il mancato cartellino rosso a Bastos, autore di un fallo veramente brutto ai danni di Ghezzal, che l’arbitro Fabbri ha deciso di sanzionare con il cartellino giallo. La decisione che però ha veramente cambiato la gara è stata la concessione del penalty ai biancocelesti, per un presunto tocco in area da parte di Dragowski su Caicedo. Il problema vero è questo tocco rimane presunto, perché il portiere polacco non accenna nemmeno all’intervento, con l’attaccante sudamericano che fa di tutto per trovare la gamba del numero 69 viola. In una occasione così chiara, però, il Var ha deciso di non intervenire, concedendo la massima punizione a Immobile, che dal dischetto non ha perdonato. Viene da chiedersi a cosa serva il Var in queste occasioni, quando con un chiaro errore dell’arbitro, non abbia ritenuto giusto intervenire per correggere una decisione sbagliata, spianando la strada alla Lazio per la vittoria.