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    Violamania: il presidente e il Pontefice

    Violamania: il presidente e il Pontefice

    Prima uno, poi l'altro, prima il presidente esecutivo Cognigni, poi il proprietario della Fiorentina e presidente onorario, o Pontefice (perché si dice che d'ora in avanti potrà solo 'benedire' la squadra e non entrare negli aspetti tecnici), Andrea Della Valle. Lo stato maggiore della Fiorentina si trasferisce in massa nel ritiro viola di Moena e soprattutto parla. Strategie future, mercato, stadio nuovo, almeno a parole la società ha idee chiare anche se non tutto quello che passa e che filtra dall'ambiente societario suona come musica celestiale per le orecchie dei tifosi.
    La Fiorentina dunque, per il momento, non cambia marcia. La Juventus è inarrivabile per tutti in Italia, Roma e Napoli (almeno fino a quando rimane Higuain) restano al di sopra abbastanza nettamente ai viola, Milan e Inter sono dei grandissimi punti interrogativi, ma almeno a livello potenziale hanno da spendere sicuramente molti più soldi della Fiorentina. E poi c'è proprio la squadra di Sousa, una compagine media, o medio-alta, almeno per il nostro campionato, che non ambisce a fare un passo in più. 
    Per qualcuno va più che bene così, "basta esserci", "e se aspettavate imprenditori fiorentini...". Per altri no "quindici anni, zero tituli", "i 'clienti' alla fine chiederanno il conto". Dellavalliani e anti dellavalliani continuano la loro diatriba a mo' di guelfi contro ghibellini e intanto tutti aspettano fine anno prima e il 2021 poi. Per spiegarla meglio: fine anno perché entro il 31/12 dovrà essere presentato il progetto esecutivo per il nuovo stadio e la Cittadella Viola e il 2021 perché quello è l'anno in cui è prevista la fine dei lavori. Solo allora agli occhi del presidente e del Pontefice potrà avvenire un bello scatto verso l'alto.

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