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    Violamania: Ikoné e... Castrovilli, due rinforzi per gennaio prima di gennaio. Migliorare ancora è possbile?

    Violamania: Ikoné e... Castrovilli, due rinforzi per gennaio prima di gennaio. Migliorare ancora è possbile?

    • Federico Targetti
    Senza giri di parole: se Castrovilli si è davvero lasciato alle spalle mesi di problemi fisici, pubalgia, sfortuna e dubbi, se tornerà quello dei primi sei mesi del 2019-2020, allora la Fiorentina avrà finalmente l'ultimo tassello per l'Europa. Alla rosa mancano davvero pochi accorgimenti dopo l'arrivo di Ikoné, servirebbero giusto un vice Vlahovic e, appunto, una mezzala capace di offrire lo stesso apporto di Bonaventura dall'altra parte. Questa mezzala i viola ce l'hanno già in rosa, ma per una serie di ragioni non l'hanno mai potuta sfruttare appieno.
     
    RINCORSA - L'ex Milan e Torreira stanno rendendo su livelli altissimi, Duncan e Maleh si sono alternati fino ad ora al loro fianco in base all'avversario ma al ghanese manca un po' di classe e al giovane marocchino un pizzico di esperienza e sfrontatezza. Castrovilli, per quanto non ancora un veterano, ha già alle spalle due stagioni e mezza in Serie A, e non può aver dimenticato come si fa a offrire uno spettacolo come quello che lasciò l'Italia senza fiato fra settembre e novembre del 2019. Il 2020 si è aperto con un brutto colpo alla testa, dopo il quale Castro non è stato più lo stesso: problemi con la pubalgia, certezze smarrite, un Europeo l'estate successiva vissuto di corsa e con tanta gioia, ma con vacanze poi ridotte all'osso e un ritardo di condizione da smaltire. E come se non bastasse, un mese abbondante di stop a causa della collisione contro il palo di Marassi a metà settembre. Insomma, il numero 10 ha un credito enorme con la sfortuna, e il gol che ha chiuso il suo 2021 è di buon auspicio per un nuovo, più brillante capitolo della sua carriera in viola, con quel 10 sulle spalle che persino Antognoni, in tempi non sospetti, ha approvato.
     
    CHE UNDICI - Con il miglior Castrovilli e Bonaventura da mezzali ai lati di Torreira, con Ikoné e Gonzalez ai lati di Vlahovic, la Fiorentina ha tutto per sognare in grande. E ha anche delle alternative solide, all'altezza, in praticamente tutti i ruoli. Forse si potrebbe puntellare un pochino meglio la difesa, ma se Igor è quello visto contro il Milan e non quello di Verona, allora anche Milenkovic e Quarta hanno la loro buona riserva. Venuti non è Odriozola ma ha altre caratteristiche e può tornare utile in certi frangenti, Terzic studia da vice Biraghi. Terracciano può fare le veci di Dragowski finché l'infortunio del polacco lo richiederà. Manca solo un sostituto per Vlahovic nella malaugurata ipotesi di un'indisponibilità del serbo da qui a fine maggio. Il problema sarà ammortizzare la partenza del numero 9 in estate con un rimpiazzo all’altezza. Sempre che questo esista. Altrimenti, andrà alzato il livello complessivo della squadra con innesti di spessore in tutti i reparti.

    L’UNICO INSOSTITUIBILE – C’è un elemento, però, che non si può sostituire, e che non doveva essere nemmeno a Firenze secondo i piani originali: Vincenzo Italiano, il maggiore artefice del Rinascimento viola. Bravo Pradè a puntare con decisione su di lui dopo l’addio di Gattuso, bravi Commisso e Barone ad avallare l’operazione, ma da lì in poi bravissimo il tecnico ex Spezia a plasmare, rigenerare, convincere. Milenkovic e Vlahovic forse non sarebbero ancora a Firenze se non fosse per l’ottimo impatto con Italiano a Moena, e il resto della rosa, con tre innesti rilevanti rispetto alla passata stagione, sta andando ampiamente oltre le aspettative. Molte delle speranze europee della Fiorentina passano dalla capacità di Italiano di gestire l’entusiasmo e la mentalità di giocatori non abituati, tranne poche eccezioni, a lottare per certi traguardi. Non lo è nemmeno Italiano stesso, si potrebbe obiettare… Ma siamo davanti a un talento vero della panchina, uno che per ora non ha mai fallito e anzi è sempre andato oltre le aspettative. A metà del percorso, incredibile a dirsi, la Fiorentina è lì, pronta a giocarsi in 19 partite qualcosa che, appena quattro mesi fa, sembrava fantascienza.
     

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