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    Violamania: i dolori del giovane Italiano, i deliri del 'vecchio' Chiellini

    Violamania: i dolori del giovane Italiano, i deliri del 'vecchio' Chiellini

    • Federico Targetti
    Tiriamo in ballo Goethe e lo rielaboriamo perché la situazione calza a pennello: da una parte Italiano, giovane allenatore emergente che sta facendo vedere di che pasta è fatto anche in una piazza esigente come quella di Firenze, ma che adesso è alle prese con l'assenza probabilissima di tre difensori centrali su quattro per la gara contro il Milan. Mica noccioline. Dall'altra Chiellini, un vecchio lupo di mare (5 anni più giovane di Italiano, ma ancora dall'altra parte della linea laterale), difensore esemplare per carriera e tutt'ora per prestazioni, quando il fisico glielo permette, una testa pensante come poche se ne vedono nel calcio. Che però vaneggia su dei fantomatici tifosi che vorrebbero la Superlega e sul diritto della Juventus attuale di farne parte. Sono questi due i temi fondamentali della sosta novembrina, in attesa di tornare in campo e dar seguito a quanto di buono fatto vedere fino ad ora.

    LE ULTIME PAROLE FAMOSE - "Mi sento benissimo fisicamente, quindi non ci sono problemi da quel punto di vista. E’ vero, ci sono stati diversi infortuni la scorsa stagione, ma l’importante è che io mi senta bene ora". Parole di Nastasic qualche ora prima di patire un altro infortunio al polpaccio sinistro, probabilmente lo stesso che ne ha compromesso gli ultimi mesi in Germania e che rischia seriamente di compromettere la difesa della Fiorentina, già vessata dalle squalifiche, che scenderà in campo tra una settimana. Non è ancora il caso di disperarsi, ma il fatto che la Serbia abbia congedato il giocatore per farlo controllare direttamente a Firenze non è di buon auspicio. Si scalda Venuti, soluzione raffazzonata per una casistica difficilmente prevedibile, con lo schieramento di due terzini non esattamente difensivi come Odriozola e Biraghi. Sempre che non si facciano male da qui a sabato... Pulgar rientra a disposizione dopo tre settimane di stop, e non è il caso di fidarsi troppo di un Amrabat che non aspetta altro che il mercato di gennaio, dopo che non è riuscito ad andarsene in estate. È proprio il momento peggiore per ospitare il Milan, tra gli infortuni e le squalifiche, Gonzalez che è guarito solo oggi e Kokorin che continua a essere un meme più che un calciatore. E come se non bastasse, veniamo da una sconfitta amara contro quella squadra che vuole fare la Superlega, ma che non riesce a fare punti contro Empoli, Sassuolo e Verona.

    NOT IN MY NAME - Chiellini che parla a nome dei tifosi è un po' come Salvini che chiede scusa a Bolsonaro in nome di tutti gli italiani. Al di là degli orientamenti politici e calcistici, è sbagliato a prescindere. Ci sarà sempre una consistente fetta della torta che non la penserà allo stesso modo. Nel caso della Superlega, la fetta rispetto all'intero è quella a favore, non quella contro. Chiellini dunque parla non a nome dei tifosi, bensì a nome della cerchia dirigenziale di cui molto presto entrerà a far parte. Ma davvero la Juventus che ci ha a malapena battuti sette giorni fa pretende di far parte dell'élite del calcio europeo? Com'è possibile pensare di poter sedersi allo stesso tavolo di PSG, Bayern, Real Madrid, Manchester City, se non si riesce a far gol alla Fiorentina se non al 91' e in superiorità numerica? Forse i bilanci tornerebbero a posto e non si dovrebbe più elemosinare un Locatelli di qua e un Vlahovic di là, ma la reputazione, allo stato attuale delle cose, verrebbe disintegrata da figuracce continue. Certo, non peggiori di quelle fatte in questo inizio di stagione contro le squadre che "con tutto il rispetto" non dovrebbero essere degne...

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