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Violamania: ha ragione Biraghi, Europa a ogni costo. E occhio al Chievo...
Ha ragione Cristiano, non possiamo nasconderci. La Fiorentina deve puntare all'Europa, giunta al secondo anno di un ciclo che, nella stagione di partenza, si è arenato dietro a varie lacune e un finale amaro tra i tribunali, venendo condizionato da una tragedia che per sempre scalfirà la storia della società. Adesso è il momento di fare sul serio, nel rettangolo verde. Biraghi, dopo l'amichevole vinta contro l'Arezzo, ha lanciato la squadra, seguendo le dichiarazioni già esposte dai compagni nelle settimane precedenti: "Dobbiamo migliorare, e migliorare in questo caso significa andare in Europa. Non possiamo nasconderci, l'obiettivo deve essere quello".
Andrea Della Valle arriva a Firenze per salutare la squadra, portare la propria vicinanza e conoscere i nuovi arrivati. Magari per tranquillizzare e placare le voci di mercato che già sono iniziate sul conto di qualcuno, forse per pianificare i futuri interventi e ritocchi contrattuali. Nessuno vuol disfare la rosa, ma alzare nuovamente il muro sarà difficile, qualora le premesse verranno rispettate. E c'è da risanare un rapporto biunivoco con la città, ormai difficilmente recuperabile e sempre più verso una fastidiosa convivenza.
La carica per l'Europa da parte dell'imprenditore marchigiano sarà uno dei fattori che dovranno incentivare la squadra nel superare l'agguerrita concorrenza, rinforzatasi e infoltitasi. Atalanta, Torino, Sampdoria e non solo sono lì, tutte per un posto. Il compito della Fiorentina non sarà facile: sulla carta, la squadra non ha niente in meno delle altre, nel complesso.
Si inizia domenica, contro il Chievo. Una partita insidiosa, perché di banali non ne esistono e con i clivensi niente è da dare per scontato. Mai. Chiedere a Torino. "Ci sentiamo una piccola Juventus", ha detto Giaccherini. Contano lo spirito e l'atteggiamento, l'approccio sarà fondamentale. I lavori sono ancora in corso, non ci sarà il miglior Pjaca - in panchina - e neanche il più splendido Chiesa. Bisogna però cominciare con il piede giusto.
Andrea Della Valle arriva a Firenze per salutare la squadra, portare la propria vicinanza e conoscere i nuovi arrivati. Magari per tranquillizzare e placare le voci di mercato che già sono iniziate sul conto di qualcuno, forse per pianificare i futuri interventi e ritocchi contrattuali. Nessuno vuol disfare la rosa, ma alzare nuovamente il muro sarà difficile, qualora le premesse verranno rispettate. E c'è da risanare un rapporto biunivoco con la città, ormai difficilmente recuperabile e sempre più verso una fastidiosa convivenza.
La carica per l'Europa da parte dell'imprenditore marchigiano sarà uno dei fattori che dovranno incentivare la squadra nel superare l'agguerrita concorrenza, rinforzatasi e infoltitasi. Atalanta, Torino, Sampdoria e non solo sono lì, tutte per un posto. Il compito della Fiorentina non sarà facile: sulla carta, la squadra non ha niente in meno delle altre, nel complesso.
Si inizia domenica, contro il Chievo. Una partita insidiosa, perché di banali non ne esistono e con i clivensi niente è da dare per scontato. Mai. Chiedere a Torino. "Ci sentiamo una piccola Juventus", ha detto Giaccherini. Contano lo spirito e l'atteggiamento, l'approccio sarà fondamentale. I lavori sono ancora in corso, non ci sarà il miglior Pjaca - in panchina - e neanche il più splendido Chiesa. Bisogna però cominciare con il piede giusto.