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    Violamania: grazie Fiorentina. Ma ora sia rivoluzione se si vuol tenere Italiano e respingere il Napoli

    Violamania: grazie Fiorentina. Ma ora sia rivoluzione se si vuol tenere Italiano e respingere il Napoli

    • Filippo Caroli
    Resta l’amarezza, cocente, per aver visto sfuggire dalle mani una gara che valeva un trofeo arrivata agli sgoccioli e che sembrava realmente alla portata per la Fiorentina. Resta il rammarico per le due finali perse, entrambe in modi simili, fra difesa alta, tanto possesso, poche occasioni, qualche amnesia. Rimane la frustrazione per l’ennesimo anno senza trofei, l’ultimo nel 2001, nonostante Firenze stesse già pregustando la gioia travolgente di una Coppa. Resta però anche un percorso straordinario: 60 partite, nessuno ne ha giocate così tante, in una stagione per cui tutti i tifosi avrebbero firmato a inizio anno. Resta l’orgoglio per una squadra che ha mostrato all’Italia, all’Europa e al mondo la forza delle proprie idee dominando nel gioco una rosa che vale il doppio di quella Viola. Restano le emozioni di un popolo intero che nei 10mila di Praga e nei 30mila del Franchi non ha mai smesso di cantare per quei colori. Per questo non possiamo che ringraziare la Fiorentina. Resta tanto da questa stagione, e da qui proviamo a fare delle riflessioni.

    CRESCIUTI - La partita di Praga è, nel bene e nel male, la fotografia della Fiorentina di questa stagione. Una squadra coraggiosa, capace di imporre il proprio gioco anche contro avversari più forti, frizzante, tecnicamente valida. Ma anche in difficoltà quando si tratta di creare occasioni da rete nitide, predisposta all’errore difensivo e, banalmente, poco cinica quando c’è da buttarla dentro. Sono bastati due mezzi lampi al West Ham per portarsi la coppa a casa dopo 90 minuti in cui la Fiorentina aveva tentato di costruire la sua gara con impegno certosino. Tanta amarezza, sì, ma anche l’orgoglio e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande. Perché la Fiorentina fino a due anni fa faceva fatica a salvarsi. Oggi disputa due finali nell’arco della stessa stagione. Difficile non attribuirne i meriti a Vincenzo Italiano.

    DA BLINDARE - È inevitabile, se sei bravo attiri le attenzioni delle grandi piazze. Che Vincenzo Italiano sia un tecnico valido non lo diciamo noi ma il percorso che è riuscito a fare nella sua carriera di allenatore. Una crescita costante che lo ha portato a giocarsi l’Europa sulla panchina Viola quest’anno. E il Napoli pare averlo messo al primo posto nella lista delle preferenze per il dopo Spalletti. “Vedremo come programmeremo il futuro. Perderemo dei giocatori e andranno rimpiazzati. Bisognerà, se vogliamo continuare a viaggiare su questi livelli, rinforzare la qualità della rosa”, queste le parole del tecnico siciliano nella conferenza post gara. Difficile aggiungere altro. Si vuole che questa stagione sia solo un punto di partenza? Allora servirà prima respingere gli assalti di De Laurentiis, e poi fornire un organico di livello ad un tecnico dotato di un’ambizione che può portare lontano la Fiorentina. E per Italiano parla la sua storia
     

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