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Violamania: grazie Fiorentina. Ma ora sia rivoluzione se si vuol tenere Italiano e respingere il Napoli
CRESCIUTI - La partita di Praga è, nel bene e nel male, la fotografia della Fiorentina di questa stagione. Una squadra coraggiosa, capace di imporre il proprio gioco anche contro avversari più forti, frizzante, tecnicamente valida. Ma anche in difficoltà quando si tratta di creare occasioni da rete nitide, predisposta all’errore difensivo e, banalmente, poco cinica quando c’è da buttarla dentro. Sono bastati due mezzi lampi al West Ham per portarsi la coppa a casa dopo 90 minuti in cui la Fiorentina aveva tentato di costruire la sua gara con impegno certosino. Tanta amarezza, sì, ma anche l’orgoglio e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di grande. Perché la Fiorentina fino a due anni fa faceva fatica a salvarsi. Oggi disputa due finali nell’arco della stessa stagione. Difficile non attribuirne i meriti a Vincenzo Italiano.
DA BLINDARE - È inevitabile, se sei bravo attiri le attenzioni delle grandi piazze. Che Vincenzo Italiano sia un tecnico valido non lo diciamo noi ma il percorso che è riuscito a fare nella sua carriera di allenatore. Una crescita costante che lo ha portato a giocarsi l’Europa sulla panchina Viola quest’anno. E il Napoli pare averlo messo al primo posto nella lista delle preferenze per il dopo Spalletti. “Vedremo come programmeremo il futuro. Perderemo dei giocatori e andranno rimpiazzati. Bisognerà, se vogliamo continuare a viaggiare su questi livelli, rinforzare la qualità della rosa”, queste le parole del tecnico siciliano nella conferenza post gara. Difficile aggiungere altro. Si vuole che questa stagione sia solo un punto di partenza? Allora servirà prima respingere gli assalti di De Laurentiis, e poi fornire un organico di livello ad un tecnico dotato di un’ambizione che può portare lontano la Fiorentina. E per Italiano parla la sua storia