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Violamania: Fiorentina né carne né pesce. Palladino ha colpe, ma i suoi appelli non cadano nel vuoto
I titoli che Raffaele Palladino ha dato nella sola conferenza stampa al termine di Fiorentina-Puskas Akademia Vincenzo Italiano non li ha dati in tre anni complessivi alla guida della Fiorentina. Partiamo dalle sue richieste e facciamo due conti. Alla Fiorentina mancano (e non serviva certo Palladino per accorgersene) uno-due difensori, un centrocampista (due se Amrabat saluta) e un attaccante. Il tutto ad una settimana dalla fine del mercato. Tradotto: serve che a Firenze arrivi poco meno di un giocatore al giorno da qui a fine mercato.
VIA DI MEZZO - E torniamo a Palladino. La squadra, oggi, non è né carne né pesce, è questo è un dato di fatto. Davanti mancano le idee, alcuni meccanismi quando la squadra non è in possesso sono ancora da sistemare e il centrocampo fatica a trovare gli spazi giusti. Manca un'identità, cosa che invece è stata sempre molto chiara con la precedente guida tecnica. E questa è certamente responsabilità dell'allenatore, come da sua stessa ammissione. Ma il pari risicato contro i magiari ha messo a nudo il livello, piuttosto modesto, della qualità di questa squadra. Ed è qui che torna in gioco la società, che non deve assolutamente far cadere nel vuoto gli appelli di Palladino.
CANTIERE - C'è da lavorare, insomma, e parecchio. Sia in campo che negli uffici del Viola Park. L'andata dei playoff di Conference è, obiettivamente, una brutta figura che rimane. Ma la Fiorentina, che paga ancora lo scotto di una condizione atletica non ottimale, è perfettamente in grado di vincere anche in Ungheria. Uscire dalla Conference, questo sì, sarebbe drammatico.