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    Violamania:| Fascia non protetta

    Violamania:| Fascia non protetta

    Ogni giorno che passa sono sempre più convinto che a Firenze ci siano una serie di allenatori di serie A che solo per 'sfortuna' non guidano club del nostro massimo campionato. Se non vi è mai capitato, fatevi un giro sui siti ed i blog viola, e leggetevi i commenti dei cosiddetti tifosi gigliati che - soprattutto quelli nascosti dietro il più improbabile nickname - si ergono a 'maestri di Coverciano', scrivendo frasi offensive in particolare verso quei giocatori che fuori dai confini cittadini sono più stimati. L'esempio maggiore si può fare a proposito di Riccardo Montolivo. In Nazionale italiana gioca solo perché c'è Prandelli; è un giocatore senza carattere, senza personalità, abituato ad un gioco monotematico ed in più non merita quella fascia da capitano: questa è la sintesi che fa il tifoso medio. E mentre Cerci, per i gol più inutili della storia della Fiorentina, entra nella lista degli incedibili, per Montolivo, alla luce anche del mancato rinnovo del contratto, si chiede addirittura la tribuna per un'intera stagione. Nel frattempo, quasi per accontentare 'la piazza', la società ed il tecnico si sono decisi a togliergli la fascia di capitano. 

    A rileggere oggi, ad un mese e mezzo dalla fine del campionato, quel comunicato in cui Montolivo si rifiutava di rinnovare il legame fra sé e la Fiorentina - scadenza giugno 2012 -, si può constatare come fosse ineccepibile, dalla mancanza di progettualità al fatto che dietro non ci sia nessun club pronto a tesserarlo subito (del resto chi è che farebbe un'offerta oggi, sapendo i parametri di rientro economico in cui si deve muovere Corvino?). Tuttavia la scelta di sottrarre la fascia di capitano al centrocampista violazzurro mi pare la classica ripicca di un club che fa della morale 'pret-a-porter', come quando portò Mutu fra i 'reietti' un anno fa, e poi fra i colpi del mercato estivo, dopo l'infortunio di Jovetic. La Fiorentina che parte oggi per il ritiro di Cortina lo fa in un clima di dismissione totale, in cui l'affetto della gente non sarà certamente scosso neanche dalle parole che dirà Mario Cognigni, che presenterà forse anche il famoso patto promesso un mese fa da Andrea Della Valle. Una rosa che si ritroverà con giocatori precari, pochissime novità, ma soprattutto il suo giocatore simbolo degli equilibri dello spogliatoio privato della fascia. Quando un club non riesce a convincere un ragazzo di 26 anni a rinnovare, non può esserci un futuro positivo, anche se si giudica quel giocatore 'uno senza carattere e senza personalità'.

    Se potessi cancellare un solo mese di quest'ultimo anno e mezzo, sicuramente metterei per sempre nel dimenticatoio ciò che è avvenuto nel gennaio 2010. A ripensarci ora, che nel momento in cui la Fiorentina si giocava il meglio della sua storia recente (quarta in classifica, agli ottavi di finale di Champions League e ai quarti di Coppa Italia) il d.s. viola acquistò Felipe, Bolatti, Keirrison e l'ancora oggi acerbo Ljajic, viene da battere la testa contro il muro. Ma furono soprattutto le cessioni di quel mercato invernale a fare la differenza, con ben due capitani ceduti nel giro di tre settimane. Quante balle si raccontarono e si raccontano ancora oggi sui dissidi fra Dainelli e Prandelli, e sull'impossibilità di fermare Jorgensen dal ritorno in Danimarca. Da quelle partenze nello spogliatoio viola è accaduto di tutto, e certamente le cose non possono migliorare se si decide, nonostante una scelta precisa dello spogliatoio, di privare della fascia il capitano che era stato designato, cioè Montolivo. Nelle prossime ore a Cortina d'Ampezzo dunque si provvederà alla designazione del nuovo leader. Si sono fatti tanti nomi nelle ultime ore, e le candidature maggiori sono per Gamberini, a mio avviso ancora non pronto, e Jovetic, che però non ha respirato l'aria del gruppo nell'ultimo anno per via dell'infortunio. Fossi io a decidere, farei il nome di Behrami, che ha dimostrato carattere in campo e fuori, ed un particolare feeling con i tifosi. Chiunque sarà il prossimo che porterà quella fascia con il giglio sul braccio, la società faccia di tutto per difenderlo. E' da questi particolari che si capisce la progettualità di un club, non certamente dalle vacue promesse contenute in un patto.

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