Premessa: il lavoro che sta facendo il responsabile del settore giovanile viola Pantaleo Corvino, insieme ai suoi principali collaboratori, fra cui spicca il responsabile fisico Vincenzo Vergini, è più che apprezzabile, soprattutto in rapporto alla mancanza di strutture e di terreni che permettano alle formazioni giovanili gigliate di allenarsi vicino alla prima squadra. Soprattutto, la Fiorentina è un esempio per il comportamento e la gestione del proprio parco giovani, visto come vengono seguiti fin dalle età minori, in rapporto all'educazione fuori dal campo e ai legami con il mondo scolastico. Solo che, guardando le formazione con cui è scesa in campo, ad esempio, sabato scorso la Fiorentina Primavera ad Empoli, qualche domanda occorrerebbe porsela. Eccola: Manfredini, Bittante, Camporese, Rozzio, Ashong, Salifu, Agiey, Acosty, Campanharo, Matos e Babacar. Giusto non sindacare sulle spese fatte per tale squadra, ma un undici del genere, se partecipasse in serie B, dubito che farebbe fatica a salvarsi. Ci sono elementi, nella rosa a disposizione di mister Leonardo Semplici, che è inspiegabile giochino in Primavera. Certo, uno può schierare ciò che vuole nel proprio settore giovanile, se rientra nei limiti d'età, però era imbarazzante assistere al centro sportivo Monteboro - complimenti sempre all'Empoli per questa struttura - ad una sfida fra una formazione zeppa di '92 ed una che era ricca di '94.

Ma che senso ha schierare in Primavera Babacar, fra l'altro evidentemente un fuoriclasse in categoria, ma svogliato e consapevole che gli bastano dieci minuti ogni week-end per fare la differenza? Perché Michele Camporese, dopo sei eccellenti partite in serie A l'anno scorso, è stato confinato nuovamente in Primavera, scavalcato non solo da degli over 30, ma anche da Nastasic? Salifu, dopo un girone al Vicenza in serie B, ha senso tenerlo nella squadra di Semplici? E c'è da chiedersi: seppur lodevole l'idea di dare una chance a Romizi, con il benestare del giocatore, non era meglio evitare un acquisto fra Munari e Kharja e dare più spazio a lui o appunto a Salifu? Non è che questa squadra, fin troppo talentuosa, serve per legittimare, con risultati roboanti, le pecche combinate dal d.s. viola su altri fronti? La strada maestra è quella tracciata da Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell'Atalanta, il quale non perde occasione per spiegare che le vere vittorie in questo campo non sono i trofei, ma i ragazzi che dalle squadre Primavera arrivano poi in pianta stabile in prima squadra. La Fiorentina dovrebbe prima o poi recuperare i rapporti di buon vicinato con le società toscane vicine (già scritto, ma 'repetita iuvant': perché Fabbrini e Angella da Empoli a Udine e noi compriamo tanto in Serbia?).

Detto ciò, una delle vere sconfitte di Mihajlovic l'anno scorso fu la mancata crescita - fisica, mentale e tecnica - dei giovani: da Camporese a Babacar, passando anche per il più anziano Neto, neanche schierati a cinque giornate dalla fine, ormai senza più obiettivi. Quest'anno si è deciso di dare alcuni elementi, finalmente, in prestito e comproprietà. Non era il caso di lavorare in maniera più diretta fra prima squadra e Primavera, ed evitare questa lunga serie di successi fini a se stessi, con una rosa 'troppo forte' per capire i propri margini di crescita? Il progetto giovani ha uno sbocco in prima squadra, o si materializza solo nei successi parziali dei campionati giovanili? Più che le risposte attendiamo i fatti, anche dalla Figc, che aveva promesso riforme serie nei tornei giovanili. Non ci stupiamo poi se squadre come l'Inter, quest'anno nella Champions giovanile, fanno figuracce in campo internazionale. Ormai a fare da cornice ai match della Primavera, oltre a genitori e agli addetti ai lavori, vediamo sempre meno pubblico, e purtroppo sempre più procuratori, uomini degli sponsor, e portaborse anche dei giovani che hanno semplicemente ricevuto una convocazione in prima squadra.