Violamania:| Dieci domande e risposte
1) Perché le riflessioni di Diego Della Valle sono inutili e fini a sé stesse? Perché arrivano da una persona stimabile ma che in dieci anni non ha ancora capito che il calcio lo si può cambiare da dentro, e non con riflessioni estemporanee, fra l'altro facilmente smentibili in molti passaggi.
2) Quali sono i passaggi più contraddittori delle sue dichiarazioni? Il calcio era più violento quando la famiglia marchigiana ha preso la Fiorentina, dieci anni fa, che oggi. Basti pensare ai vari casi di Raciti o di Gabriele Sandri. Era in quei momenti che bisognava alzare la voce; oggi le parole dell'ex presidente viola sembrano pretestuose.
3) Cosa può esserci dietro le parole di Diego Della Valle? Innanzitutto una chiara delegittimazione del fratello Andrea, che ha promesso ai tifosi un azzeramento tecnico e societario, e che viene definito da Diego come 'un tifoso che si lascia prendere la mano'. A tutt'oggi si parla tanto del 'nulla' proferito dal patron viola, e poco di come cambierà una Fiorentina che negli ultimi trenta mesi è stata pessima sul campo, e ancora peggio fuori.
4) Consigli a Diego Della Valle? Prima di parlare di calcio, entri in uno stadio, specialmente quello di Firenze, dove non si fa vedere da oltre due anni, e quando rilascia interviste accetti il contraddittorio, che ad esempio ha negato quando ha escluso le telecamere dall'ultima sua conferenza stampa calcistica, del novembre 2010.
5) Qual è la critica principale alla gestione societaria dei Della Valle? Quest'ultimi sono la migliore proprietà che la Fiorentina possa avere, visto che pagano puntualmente gli stipendi a tutti e hanno una solidità economica eccezionale, ma in dieci anni hanno svuotato il club di uomini di calcio, affidandosi ad amministrativi che commettono errori, nelle scelte e dal punto di vista della comunicazione, imbarazzanti.
6) Qual è stato l'errore più grosso fatto da Diego Della Valle nei suoi rapporti con la città di Firenze? Far passare l'idea che per costruire una Fiorentina competitiva serva per forza una Cittadella dello Sport. La famiglia Pozzo non ha mai chiesto un ettaro al Comune di Udine, eppure con gente di calcio che sa programmare ha raggiunto risultati eccezionali, facendo utile in bilancio e riportando un entusiasmo che non si era mai visto in Friuli.
7) Il sindaco Renzi ha fatto tutto il possibile per venire incontro alle richieste della proprietà viola? Al di là di ogni riflessione politica, il primo cittadino di Firenze sta per presentare il project financing per l'area Mercafir. Un'occasione straordinaria per fare un nuovo stadio e tanto altro. Fare di più era oggettivamente impossibile, se si voleva restare nelle regole giuridiche, da parte dell'amministrazione cittadina. Ora sta ai Della Valle scoprire le carte su quanto credono ancora nel loro futuro a Firenze.
8) E' possibile ricucire il rapporto fra Firenze e la famiglia Della Valle? Assolutamente sì, ma alle parole, ad esempio quelle di Adv con i tifosi, bisogna far seguire i fatti. La tifoseria viola è stanca delle promesse.
9) Un consiglio sulle prime strategie per la nuova Fiorentina? Azzeramento degli attuali vertici dirigenziali, a cominciare dal presidente Mario Cognigni, autore degli allontanamenti di Prandelli e Montolivo, di gaffe su giocatori e tecnici e assolutamente privo di conoscenza della storia viola (altrimenti non si contatta Ranieri, se si sa perché quest'ultimo ha rapporti pessimi con Firenze). E poi, gente di calcio nel club. A costo di sembrare ripetitivi: Giancarlo Antognoni nel ruolo non solo di 'uomo immagine', ma di punto di contatto fra club e nuovo direttore sportivo.
10) Un consiglio ai pro-Della Valle duri e puri, che dicono che senza quest'ultimi la Fiorentina non esisterebbe? La differenza fra i tempi di Cecchi Gori e quelli di oggi è che se i Della Valle un giorno decidessero di vendere, e non si trovasse un compratore, la società gigliata non fallirebbe, perché non ha debiti. Quindi è esclusa una retrocessione come quella dell'estate del 2002. Criticare - anche severamente - una proprietà, ma nel rispetto delle regole, è una cosa sana e positiva. Diffidare sempre dai ruffiani. Anche chi dice 'basta coi Della Valle' in realtà vorrebbe vederli fare calcio, come fino al gennaio 2010. Il peggior termine di paragone per i Della Valle sono i Della Valle stessi dei primi 7 anni. Da Ovrebo in poi è difficile dire che ne abbiano azzeccata una. Ma questo non significa non sperare che riprendano, prima o poi, la strada giusta.