Violamania:| Cosa resterà dei Della Valle
La notizia della possibile imminente cessione, da parte della famiglia Della Valle, del pacchetto di maggioranza della Fiorentina, ha entusiasmato la tifoseria viola quanto e se possibile in maniera maggiore anche del paventato trasferimento di Sinisa Mihajlovic all'Inter. Al di là di quando accadrà questo passaggio di consegne con un'altra proprietà, il fatto che i due fratelli marchigiani da tempo abbiano messo in vendita le loro quote azionarie è cosa che tutti dovrebbero aver capito da quando, il 25 aprile 2009 scorso, in un consiglio d’amministrazione, gli attuali proprietari vararono la politica di autofinanziamento. Quando si decide per uno stop all'immissione di denaro fresco, che non provenga da diritti tv, abbonamenti o introiti interni derivanti dalle cessioni, è ovvio che la società sia avviata a perdere valore e a rendersi ogni giorno che passa più facilmente vendibile. Sgombrato il campo da chi teme - ancora oggi ahimè -, per ignoranza delle minime conoscenze economiche, che la Fiorentina dei Della Valle possa fare la fine di quella di Cecchi Gori, ovvero fallire, è bene fare, a quasi nove anni di distanza, un bilancio dell'avventura gigliata dei proprietari del gruppo Tod's.
Forse la cosa più positiva che rimarrà della gestione dei Della Valle è proprio la loro politica sempre attenta ai bilanci, che ha reso la società viola un modello economico da imitare nel calcio: stipendi pagati con regolarità e nessun arretrato o pendenze con Figc o altri club. Indubbiamente l'investimento fatto per la ristrutturazione dei campini, resi fra poco, si spera - anche su spinta dell'ex tecnico Cesare Prandelli - un minicentro sportivo, consentirà di avere, dopo tanti anni di inutili promesse, una struttura adeguata per allenarsi, dopo infinite traversie e anche quel piccolo senso di vergogna per essere uno dei pochi club professionistici a non avere un luogo adatto a preparare le partite che non dei semplici campi da gioco. Gli anni trascorsi in Champions League rimarranno indimenticabili: le serate come quelle di Anfield, ma anche i successi contro Lione e Bayern Monaco - anche se quest'ultimo inutile per la qualificazione al turno successivo - hanno riportato la Fiorentina a fasti che molti tifosi avevano dimenticato. Anche il fair play, inteso come 'terzo tempo' - anche se non gli si è dato poi seguito, per colpa pure di un inspiegabile ostracismo dei vertici del calcio - ha reso il club viola modello per chi vuole fare un calcio diverso.
Ma se domani i Della Valle cedessero il pacchetto di maggioranza della Fiorentina, sarei sorpreso se il maggiore dei due fratelli, Diego, che tanto tiene all'orgoglio delle sue aziende, non parlasse di fallimento della loro esperienza nel mondo del calcio. Partiti con ambizioni da scudetto - promettendolo, al loro arrivo, al massimo nel 2011 - hanno dapprima investito molti milioni di euro, salvo poi 'nascondersi' dietro la volontà di immetterne di nuovi solo in caso di realizzazione del progetto Cittadella Viola. Bene (secondo me) ha fatto l'attuale sindaco della città a chiarire che nessuna corsia preferenziale può essere data ai proprietari viola per l'acquisizione di terreni utili alla realizzazione di qualcosa che sembrava più una semi-speculazione edilizia che un semplice progetto sportivo ad ampie vedute (o almeno questo è il mio sospetto). Non solo: i Della Valle hanno fallito anche nella loro volontà di cambiare il mondo del calcio, e mi ha sorpreso vedere come, attenti imprenditori quali sono, si siano fatti tradire con tanta superficialità sia nella vicenda diritti tv che nel caso Calciopoli.
La sconfitta maggiore per i Della Valle rimane però. a mio avviso. il fatto di non aver voluto capire Firenze. Dei gesti di affetto, anche un po' di passione - l'unica cosa da salvare nella gestione scellerata di Cecchi Gori -, unita alla loro grande sapienza economica, avrebbe portato il popolo viola al loro fianco, anche in battaglie 'esagerate' come quella della Cittadella Viola. Comunque vada a finire i Della Valle dovranno essere ringraziati. e ai ricordi negativi di oggi andranno sommati quelli belli del recente passato. Come una storia d'amore a metà, che poteva sfociare in qualcosa di più importante e che invece si è dimostrata una semplice 'cotta' estiva. Un'occasione persa, in cui francamente i signori Tod's hanno messo meno - e non parlo in termini economici - di quanto avevano promesso al loro avvento, e che si sta concludendo con veleni e atti che francamente il popolo viola non meritava.