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Violamania: come avere Pepito Rossi in tribuna
La verita’ è che è sempre mancato qualcosa per far scoccare definitivamente la scintilla fra Della Valle e Firenze, anche alla luce del fatto che i primi si sono sempre dichiarati vincenti in ogni loro azienda, ripromettendosi di esserlo anche nel calcio, ma poi i fatti hanno dimostrato che la bacheca della sede in via Manfredo Fanti, in oltre un decennio, non è mai stata aperta per metterci dentro trofei di un certo prestigio. La vicenda Cuadrado che ha incentrato le attenzioni di questa lunga estate è sintomatica di cosa sia oggi per i Della Valle la Fiorentina: un qualcosa da mantenere finanziariamente in equilibrio ma a cui non far fare il passo piu’ lungo della gamba, per permetterle eventualmente un ulteriore salto di qualita’. La sincerita’e la trasparenza con cui il patron Andrea Della Valle ha parlato venerdì pomeriggio vanno assolutamente apprezzati ma il fatto che il talentuoso colombiano, pur avendo un contratto valido con il club viola, possa avere il coltello dalla parte del manico sul proprio futuro, è allo stesso tempo sinonimo di remissione.
L’azionista di riferimento della Fiorentina ha parlato di progetto vincente ma se vendi uno dei tuoi migliori talenti, per fare cassa, come è accaduto nelle ultime estati con Jovetic e Ljajic, tanto per non andare troppo lontano, ovvero 12 mesi fa, vuol dire che hai bisogno di fare sempre prima un passo indietro, e poi uno in avanti, non volendo mai alzare l’asticella. Sicuramente parte dei soldi che arriveranno dalla cessione di Cuadrado, la cifra che arrivera’ da Barcellona o United, tolti i milioni di euro già spesi per il riscatto del colombiano dell’Udinese, verranno reinvestiti sul mercato, e l’auguro e’ che Prade’ e Macia non sbaglino acquisti, come è avvenuto praticamente quasi sempre dal gennaio 2013 in poi, ma la dimensione della squadra viola rimane quella di un club che può massimo aspirare al quarto posto, che saprebbe di miracoloso visto gli introiti che arrivano dai diritti tv ed il bacino d’utenza, ma che non soddisfa ne’ le ambizioni di chi vorrebbe vincere qualcosa, Montella per primo, e quei tifosi della Fiorentina che hanno la passione nel cuore, e non una mera calcolatrice che li fa essere devoti ai Della Valle a prescindere, perché non esiste a loro un’alternativa in termini di proprieta’.
Il far scegliere a Cuadrado il proprio destino è il sintomo di una Fiorentina che abbassa la testa. Otto anni fa a Diego Della Valle servirono cinque minuti nello spogliatoio di San Piero a Sieve per dire a Luca Toni, che si era già accordato con l’Inter, che doveva rispettare il contratto già firmato, e la squadra viola, anche grazie ai gol del bomber di Pavullo sul Frignano, conquisto’il quarto posto. Con Andrea Della Valle alla guida, e Mario Cognigni alla calcolatrice, questa società è come aver abituato un affamato a mangiare ogni giorno petto di pollo. Il che significa non rimanere mai digiuni, ma neanche concedersi il filetto nelle giornate particolari. Una Fiorentina debole, remissiva, che parla di ambizioni e voglia di vincere, ma che poi abbassa la testa e si sposa con la mediocrita’. Quale valore aggiunto danno i Della Valle con la loro proprieta’? Qual è il vantaggio di avere una delle famiglie piu’ ricche ed importanti del panorama internazionale specialmente un mondo del calcio italiano dove nessuno sembra sulla carta invincibile? La Fiorentina di oggi così è come avere un talento in rosa, Giuseppe Rossi tanto per fare un esempio, e mandarlo in tribuna. Sapere di poter essere di piu’e non volerlo fare. Un peccato.