Violamania:| Cassano o... Carraro?
La cosa che meno mi ha sorpreso della conferenza stampa del ribattezzatosi patron Andrea Della Valle, venerdì scorso, è che lui non sente freddezza, distacco e aria di contestazione intorno alla Fiorentina. Pur avendo dichiarato che nell'ultimo anno è stato più giorni a Firenze, rispetto alle stagioni passate, io rimango convinto che il minore dei fratelli proprietari della società viola non abbia la percezione ed il polso del cuore della città. La stampa nazionale, anche per interessi personali, si guarda bene da muovere critiche (costruttive, ovvio) ai vertici della Fiorentina - voi vi sentireste liberi di scrivere ciò che volete sapendo che il vostro stipendio dipende anche dalle paginate di pubblicità dedicate alle scarpe prodotte dall'azienda marchigiana? -, e quella cittadina ha interessi ancora più specifici. Imbarazzante in questo senso è stato constatare quanti in conferenza stampa tre giorni fa ci abbiano tenuto a sfoggiare prodotti Tod's ed Hogan, per compiacere anche solo indirettamente Andrea Della Valle.
Quando quest'ultimo continuava a dire che in giro per l'Italia e nel mondo il tifoso viola non fa altro che complimentarsi con la politica del club, mi sono chiesto se sono io il visionario che ha visto scemare numero di abbonati e spettatori al 'Franchi', o è questo club che ha messo da tempo il 'prosciutto sugli occhi', o ancora se sono le sue orecchie ad aver registrato, nel giro di una settimana, tre elementi distinti della squadra - Donadel, Montolivo e Frey - lamentarsi del 'vuoto' societario e di una dismissione in atto. Andrea Della Valle è stato molto onesto sugli obiettivi sportivi del club e sul futuro riassetto societario, ma se tenesse veramente alla Fiorentina dovrebbe cercare di riconquistare quei tifosi che non si fidano più delle parole, ma aspettano fatti concreti. A cominciare da un gioco degno di quella maglia. Nel patto promesso il neo patron si impegni a dare alla città amore, qualche eurino 'fresco' ed una squadra che faccia calcio. Dica al tecnico che ha deciso di confermare, nonostante l'avversione di gran parte della piazza, che occorre un gioco vero.
La gente si è allontanata dalla prima squadra non solo per i risultati sportivi ma anche per una politica ondivaga, per una comunicazione sempre più sbagliata, e soprattutto per l'approssimazione nel far fronte alle difficoltà. Ecco perché ho il forte timore che la società, una volta accertato che la campagna abbonamenti stenterà a decollare, che ci saranno molti meno abbonamenti alla pay-tv e che striscioni e piccole-grandi contestazioni si susseguiranno in un'estate in cui bisognerà fare un gran tifo fino alla fine del mercato per Pantaleo Corvino - sperando torni ad essere quello dei primi quattro anni a Firenze -, si punti deciso su un acquisto non funzionale alla squadra ma che porti solo 'appeal' da copertina. Sono stato il primo a parlare della trattativa Antonio Cassano, il primo a scrivere dei contatti di quest'ultimo con i nazionali azzurri a Coverciano, e ne conosco vizi e virtù per averlo frequentato nei ritiri della Sampdoria e dell'Italia negli ultimi otto anni. Cassano tecnicamente ha ancora colpi importanti, e sicuramente in una piazza come Firenze, che lo amerebbe alla follia, potrebbe dare ancora qualcosa, ma sarebbe l'ennesimo ingestibile, per una società che nell'ultimo anno ha fallito proprio nel 'controllo' della vita extracalcistica dei propri tesserati.
Ecco perché mi sento di dire che, invece di prendere Antonio Cassano, in quel ruolo sarebbe bello che il club puntasse su giovani quali Federico Carraro. Naturalmente quest'ultimo si abbinerebbe meglio ai già citati perni della Fiorentina da rilanciare del futuro: atleti quali il grintoso Behrami, il rinvigorito Gamberini e i determinanti in cerca di riscatto Frey, De Silvestri e soprattutto Vargas. Invece di prendere elementi che scaldino la piazza - ma che secondo me si rivelerebbero, a lungo termine, poco integrabili in un progetto - sarebbe giusto ripartire, anche alla luce dell'obiettivo sportivo di dover arrivare fra il quarto e l'ottavo posto, da alcuni dei ragazzi della Primavera. Quest'ultimi, anche nella rocambolesca eliminazione nella semifinale di campionato, hanno dimostrato quell'attaccamento alla maglia che i Mihajlovic boys mai hanno fatto vedere nell'intero ultimo torneo di serie A. Credo che sarebbe un segnale più forte e più improntato al futuro, quello di valorizzare il proprio vivaio, magari riallacciando anche i famosi rapporti di buon vicinato con i club toscani, piuttosto che comprare giocatori figurina.