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Violamania: bene... e Benassi, gol d'autore. Inizio top per migliorare ancora
Seconda partita, seconda vittoria. Sofferenza, almeno iniziale, perché la Fiorentina non aveva ben compreso come far male all'Udinese di Velazquez, squadra stavolta catenacciara che ha provato a prendere i viola con il contropiede e le doti fisiche. Pioli ha fatto comprendere ai suoi alcuni dettagli essenziali, gli stessi che intanto provavano a trasmettere gli uomini dell'allenatore spagnolo strillando dalla tribuna e consigliando nell'auricolare ai tecnici in panchina.
L'uomo copertina è Marco Benassi. Lo scorso anno cinque gol e poca continuità. Ora è diverso. Sono stati giocati solamente centottanta minuti, è vero, ma tra la convocazione in Nazionale e le tre reti in questo avvio di stagione la consacrazione non sembra un miraggio. Doveva eliminare i forti cali presenti lo scorso anno: è più presente nell'azione, grazie anche alle caratteristiche dei compagni di reparto; dialoga con più qualità con il reparto offensivo, specialmente negli ultimi metri, dove è meno estemporaneo.
Il fondo, invece, lo guadagna Federico Chiesa. Sta alzando l'asticella, costantemente e senza fretta. Sbaglia ancora qualcosa, le sue partite non sono mai pulite, ma quando accelera e alza il livello fa la differenza. E di questo ha bisogno la Fiorentina. Anche perché, quando Marko Pjaca sarà perfettamente arruolabile, il tridente sarà completo e permetterà davvero di sognare. Lo stesso croato, nella mezz'ora disputata, ha dimostrato di possedere una tecnica invidiabile, capace di saltare l'uomo e districarsi nello stretto.
L'apporto dei tifosi è fondamentale. E lo sarà. Con intelligenza. L'abbraccio fuori dall'albergo e la 'scorta' fino allo stadio hanno sancito un altro punto d'incontro e vicinanza tra la squadra e la città; l'abbraccio in campo, quando Benassi è corso verso i tifosi e la squadra lo ha seguito, insieme all'accorrente Stefano Pioli. Un'immagine bellissima. Simbolo di quello che potrà essere. Qualcosa di speciale.
L'uomo copertina è Marco Benassi. Lo scorso anno cinque gol e poca continuità. Ora è diverso. Sono stati giocati solamente centottanta minuti, è vero, ma tra la convocazione in Nazionale e le tre reti in questo avvio di stagione la consacrazione non sembra un miraggio. Doveva eliminare i forti cali presenti lo scorso anno: è più presente nell'azione, grazie anche alle caratteristiche dei compagni di reparto; dialoga con più qualità con il reparto offensivo, specialmente negli ultimi metri, dove è meno estemporaneo.
Il fondo, invece, lo guadagna Federico Chiesa. Sta alzando l'asticella, costantemente e senza fretta. Sbaglia ancora qualcosa, le sue partite non sono mai pulite, ma quando accelera e alza il livello fa la differenza. E di questo ha bisogno la Fiorentina. Anche perché, quando Marko Pjaca sarà perfettamente arruolabile, il tridente sarà completo e permetterà davvero di sognare. Lo stesso croato, nella mezz'ora disputata, ha dimostrato di possedere una tecnica invidiabile, capace di saltare l'uomo e districarsi nello stretto.
L'apporto dei tifosi è fondamentale. E lo sarà. Con intelligenza. L'abbraccio fuori dall'albergo e la 'scorta' fino allo stadio hanno sancito un altro punto d'incontro e vicinanza tra la squadra e la città; l'abbraccio in campo, quando Benassi è corso verso i tifosi e la squadra lo ha seguito, insieme all'accorrente Stefano Pioli. Un'immagine bellissima. Simbolo di quello che potrà essere. Qualcosa di speciale.