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Violamania: Badelj, pantomima scontata. No a scommesse low cost, serve un sostituto all'altezza
Una lettera semplice, lunga e a tratti non scontata. Milan Badelj saluta Firenze, dopo le parole di Corvino che ne aveva annunciato il mancato prolungamento di contratto. L’offerta da circa 1,5 milioni di euro non è bastata a convincerlo: sul piatto, per lui, proposte più soddisfacenti dal punto di vista economico. Voleva un altro palcoscenico, capace di proporgli quelle coppe europee che, in maglia viola, non avrebbe visto neanche l’anno prossimo, al netto della sentenza UEFA riguardante i conti del Milan.
QUESTIONE DI SOLDI - La società, oltre l’ultima, ennesima proposta messa sul tavolo, non poteva andare. Il monte-ingaggi sarà aumentato, è stato messo in chiaro ma, sebbene il giocatore fosse imprescindibile, offrire di più sarebbe stato difficile. Certo, “per prendere un sostituto dovremo spendere molto di più”: su questo non c’è dubbio, la volontà del croato ha fatto la differenza. La Fiorentina ha fatto di tutto per trattenerlo, sfiorando il limite delle proprie possibilità. C’è una pecca, però: il ritardo, l’aver prolungato per due anni e mezzo la questione. Sembrano tempi lontanissimi quelli in cui l’ex procuratore di Badelj, Dejan Joksimovic, brandiva le interviste colpendo la ‘Viola’ a suon di dichiarazioni, minacciando mancati rinnovi o accordi che non arriveranno mai. E aveva ragione.
UN TEATRINO - L’epilogo ha posto fine a un teatrino: con tutta la buona volontà, appare difficile come il centrocampista abbia realmente avuto dubbi in merito a una partenza. Corvino gli ha recapitato varie proposte, talvolta senza ricevere una risposta: dunque, nonostante la fascia di capitano e i momenti difficili, credo che Badelj avesse ben chiara la situazione, così come la Fiorentina, che ha comunque tentato fino all’ultimo di convincerlo, magari nutrendo una vana speranza di riuscirci. Comportarsi così faceva comodo a tutti. Resta il fatto che, in fin dei conti, pur avendo sbagliato qualcosa nelle tempistiche, era arduo convincerlo a sposare, nuovamente, la causa viola. Soprattutto senza un’Europa sicura.
CAPITOLO SOSTITUTI - I nomi usciti per il centrocampo non convincono. Serve un successore all’altezza: per quello, però, servono soldi, e la Fiorentina non ha ancora messo in chiaro quale sia il budget per la campagna estiva. Il comparto tecnico si è attivato con qualche sondaggio: i ritorni di fiamma per Soucek e Zurkowski, la pista Grassi, l’interesse per Skhri e Blin. Tutto molto bello, urgono calciatori pronti, come richiesto da Pioli. Quindi ben venga uno di questi, ma che sia allegato a un acquisto di spessore, di qualità. Servono certezze.
QUESTIONE DI SOLDI - La società, oltre l’ultima, ennesima proposta messa sul tavolo, non poteva andare. Il monte-ingaggi sarà aumentato, è stato messo in chiaro ma, sebbene il giocatore fosse imprescindibile, offrire di più sarebbe stato difficile. Certo, “per prendere un sostituto dovremo spendere molto di più”: su questo non c’è dubbio, la volontà del croato ha fatto la differenza. La Fiorentina ha fatto di tutto per trattenerlo, sfiorando il limite delle proprie possibilità. C’è una pecca, però: il ritardo, l’aver prolungato per due anni e mezzo la questione. Sembrano tempi lontanissimi quelli in cui l’ex procuratore di Badelj, Dejan Joksimovic, brandiva le interviste colpendo la ‘Viola’ a suon di dichiarazioni, minacciando mancati rinnovi o accordi che non arriveranno mai. E aveva ragione.
UN TEATRINO - L’epilogo ha posto fine a un teatrino: con tutta la buona volontà, appare difficile come il centrocampista abbia realmente avuto dubbi in merito a una partenza. Corvino gli ha recapitato varie proposte, talvolta senza ricevere una risposta: dunque, nonostante la fascia di capitano e i momenti difficili, credo che Badelj avesse ben chiara la situazione, così come la Fiorentina, che ha comunque tentato fino all’ultimo di convincerlo, magari nutrendo una vana speranza di riuscirci. Comportarsi così faceva comodo a tutti. Resta il fatto che, in fin dei conti, pur avendo sbagliato qualcosa nelle tempistiche, era arduo convincerlo a sposare, nuovamente, la causa viola. Soprattutto senza un’Europa sicura.
CAPITOLO SOSTITUTI - I nomi usciti per il centrocampo non convincono. Serve un successore all’altezza: per quello, però, servono soldi, e la Fiorentina non ha ancora messo in chiaro quale sia il budget per la campagna estiva. Il comparto tecnico si è attivato con qualche sondaggio: i ritorni di fiamma per Soucek e Zurkowski, la pista Grassi, l’interesse per Skhri e Blin. Tutto molto bello, urgono calciatori pronti, come richiesto da Pioli. Quindi ben venga uno di questi, ma che sia allegato a un acquisto di spessore, di qualità. Servono certezze.